di Paola Valentini
Marzo in rosso per il risparmio gestito in Italia. Il mese, rileva Assogestioni, si è chiuso con una raccolta netta negativa per 926 milioni, dai +6,28 miliardi di febbraio. Per vedere un dato sotto la parità prima di questo bisogna tornare indietro al dicembre 2020 (-15,42 miliardi raccolta netta). Il saldo dei primi tre mesi resta comunque positivo per 9,69 miliardi. L’associazione italiana dell’asset management guidata dal neo presidente Carlo Trabattoni ha sottolineato che la battuta d’arresto di marzo è stata l’effetto di operazioni infragruppo nell’ambito delle gestioni istituzionali e non riguarda la componente retail, come emerge dai fondi comuni aperti che hanno avuto due anni di crescita ininterrotta. Marzo è stato, infatti, per i fondi comuni aperti il 24esimo mese consecutivo concluso con flussi netti positivi per 2,16 miliardi dopo i +3,9 a febbraio, per un totale del trimestre di 11,34 miliardi. Entrando nel dettaglio delle categorie, i risparmiatori hanno indirizzato le proprie preferenze sui fondi azionari che con 2,43 miliardi d’afflussi registrano una raccolta netta in aumento su febbraio (2,17 miliardi), malgrado il mese di forte correzione per le borse a causa della guerra in Ucraina e dei timori per l’inflazione. Nei tre mesi gli azionari ottengono 7,23 miliardi. Il patrimonio a fine marzo è in lieve calo a 2.502 miliardi per l’effetto combinato della raccolta e della flessione dei mercati che l’ufficio studi di Assogestioni quantifica in -0,2%. Di questo importo il 49,4% è investito nei fondi aperti (1.236 miliardi), il 3,2% nei comparti chiusi (79,5) e il 47,4% nelle gestioni di portafoglio (1.186). (riproduzione riservata)
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