MERCATO AI LIVELLI DEL 1967. STELLANTIS FA ANCHE PEGGIO: -36,6% ANNUO. SUL DATO PESANO I MANCATI INCENTIVI AL SETTORE
Non ci sono più aggettivi per descrivere il disastro del mercato dell’auto. I dati rilasciati da Unrae hanno mostrato come anche marzo si sia chiuso con 119.497 immatricolazioni, il 29,7% in meno (oltre 50mila veicoli) rispetto allo stesso mese del 2021. Il primo trimestre, che storicamente rappresenta circa il 30% del volume annuale, a quota 338.258 unità, ha segnato una flessione annua (109mila veicoli in meno) del 24,4%. «Nel contesto attuale», ha commentato l’associazione in una nota, «è impossibile fare previsioni attendibili, ma la semplice proiezione algebrica delle cifre darebbe per l’intero anno 1,13 milioni di immatricolazioni, un calo di oltre il 22% sull’anno precedente». Stellantis ha fatto anche peggio del mercato, immatricolando a marzo 43.293 auto, con una quota sul totale pari al 36,2%. Il dato è in calo del 36,6% rispetto allo stesso mese del 2021.

Secondo l’Unrae la causa della pesante flessione va attribuita all’attesa degli incentivi annunciati ma non emanati. «Gli annunci e la conseguente aspettativa stanno paralizzando il mercato ormai da mesi e, se il governo non provvede a emanare con urgenza il decreto attuativo che li renda fruibili, si rischia di aggravare ulteriormente la crisi», ha avvertito Michele Crisci, presidente dell’associazione, per poi ribadire la necessità di estendere i tempi di consegna dei veicoli prenotati o già acquistati a 360 giorni dei termini di consegna: «un provvedimento indispensabile per ovviare ai problemi ormai endemici delle catene di fornitura internazionali». Critica anche la visione di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor: «Proiettando il numero di marzo sulle vendite dell’intero 2022 si ottiene un livello molto vicino a quello del 1967», ha detto, citando tra le cause «la pandemia, con il crollo del pil nel 2020 e il recupero soltanto parziale nel 2021, la crisi dei microchip, la guerra, l’inflazione, la minaccia di una nuova stagflazione». (riproduzione riservata)
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