LA FAMIGLIA BENETTON (4%) VOTA CALTAGIRONE MA VUOLE RIPORTARE IL DIALOGO TRA I SOCI
di Manuel Follis e Anna Messia
Si lavora già al post-assemblea di Generali e lo si capisce in maniera abbastanza eloquente dai concetti fatti filtrare da parte di Edizione, che ieri ha confermato quanto scritto giorni fa da MF-Milano Finanza, ossia un voto favorevole alla lista di Caltagirone. I giochi in vista dell’assemblea di domani, chiamata a rinnovare il consiglio di amministrazione di Generali Assicurazioni, sembrano però ormai fatti e c’è chi tiene appuntati nomi e percentuali su un foglietto a quadretti un po’ sgualcito. Risultato? Affluenza prevista al 71%, lista del consiglio d’amministrazione, appoggiata dal primo socio Mediobanca, al 40%; lista Caltagirone intorno al 30% e infine lista Assogestioni che dovrebbe aggirarsi intorno all’1%. Se davvero finirà così, ma i dati che vengono raccolti in queste ore portano tutti a simulazioni simili, il voto testimonierà una scelta chiara da parte dei grandi investitori che non solo sarebbero accorsi in massa, facendo registrare un’affluenza record, ma che avrebbero anche espresso preferenza per la continuità della gestione di Philippe Donnet, come peraltro indicato da tutti i proxy advisor che si sono espressi sulla partita. Martedì sera, dopo un lungo consiglio d’amministrazione, alla fine anche Cassa Forense come aveva anticipato milanofinanza.it ha deciso di schierarsi a favore della lista di Francesco Gaetano Caltagirone che come ceo della compagnia candida Luciano Cirinà. L’ente previdenziale degli avvocati detiene poco meno dell’1% delle azioni e rientra nei calcoli che portano a prevedere la lista Caltagirone intorno al 30%, forte di voti dello stesso Caltagirone (9,95%), oltre a quelli di Leonardo Del Vecchio (accreditato per una quota superiore al 9%), Fondazione Crt (con l’1,7%) e appunto Edizione che porta in dote poco meno del 4%. Al netto delle virgole, l’esito dell’assemblea è ormai considerato scontato e per questo già si riflette su cosa accadrà dopo, sul post-assemblea. E in questo senso tornano utili i concetti fatti filtrare da Edizione. La holding della famiglia Benetton voterà infatti per la lista e il candidato ceo di Caltagirone, ma dopo il voto punta a favorire il dialogo tra gli azionisti della compagnia. Il cda di Edizione ha votato all’unanimità sulla base di una logica di condivisione dell’approccio imprenditoriale, compreso il principio generale in baso al quale sono gli azionisti a proporre la composizione del cda di una azienda in cui hanno investito e investono. Superato l’esito del voto assembleare, l’obiettivo della holding di Ponzano sarà di favorire un ritorno al dialogo, nella consapevolezza che ulteriori conflitti interni costituiscano esclusivamente un nocumento per l’immagine ed il valore dell’azienda. In sintesi, un ruolo da pacificatori, una volta che sarà alle spalle la conta dei voti. Ieri anche il segretario generale della Uilca con delega alle assicurazioni, Emanuele Bartolucci, in un’intervista a MF-DowJones, commentando l’ipotesi di un possibile ricorso di Caltagirone qualora la vittoria di Donnet non fosse superiore al 6% ha sottolineato che «una guerra in Generali sarebbe una iattura» . La questione, come noto, è quella del prestito titoli usato da Mediobanca per rafforzare la presa ma è un dato di fatto che gestire un’azienda con il 30% di azionisti «scontenti» può essere complesso. E se è vero che le guerre, alla fine, danneggiano tutti, una strada percorribile potrebbe essere proprio la ricerca di stabilità. (riproduzione riservata)

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