LA PARTECIPAZIONE DEGLI AZIONISTI SUPEREREBBE NETTAMENTE IL 55,8% DELL’ULTIMA ASSISE
di Anna Messia
Se le indiscrezioni venissero confermate il ceo di Generali Philippe Donnet avrebbe la vittoria in tasca. Ieri le voci che si rincorrevano nel pomeriggio parlavano di una partecipazione all’assemblea che venerdì voterà il nuovo board di Generali vicina al 70%. Considerando che la lista di Francesco Gaetano Caltagirone, concorrente a quella del consiglio di amministrazione che ricandida Donnet, è accreditata per una quota vicina al 30% il distacco, a vantaggio della riconferma dell’attuale ceo, sarebbe netto. Del resto Donnet, oltre che di Mediobanca (17%) e di De Agostini (1,44%), gode del sostegno degli investitori internazionali, dopo la pronuncia a suo favore dei proxy internazionali: dal fondo sovrano norvegese Norges (1,5%) ai tedeschi di Deka Investment (0,1%) passando per i grandi fondi pensione Usa e canadesi gli endorsement sono per la lista del consiglio e si aspetta pure il supporto di altri grandi investitori esteri, da Blackrock a Vanguard e Artisan Partners che pure non si sono ancora pronunciati. Non si possono escludere colpi di scena e a far ballare i calcoli potrebbe essere la terza lista presentata da Assogestioni, che però, sempre secondo le previsioni, non dovrebbe raggiungere la soglia di sbarramento del 5% per avere diritto ad un consigliere. Si vedrà. All’appuntamento di venerdì mattina alle 9 manca poco. Ieri alle 18 è scaduto il termine per la raccolta della sollecitazione delle deleghe tra i piccolissimi risparmiatori, affidata rispettivamente a Morrow Sodali per Generali e a Georgeson per conto della lista di Caltagirone. Complici le festività pasquali e il 25 aprile il loro contributo complessivo a questa partita sarebbe però di una quota di azioni di appena il 2-3%. Per tutti gli altri voti c’è tempo fino alle 12 di domani, ma la gran parte delle deleghe sarebbe già arrivata superando nettamente il 55,8% del capitale dell’ultima assemblea. Gli equilibri si giocano quindi su altri tavoli, con Caltagirone che oltre alla sua quota del 9,95% può fare affidamento su Leonardo Del Vecchio (anche lui accreditato per una quota superiore al 9%) e Fondazione Crt (con l’1,7%). Si parte quindi dal 22% e la percentuale potrebbe salire al 26% con il supporto, probabile, dei Benetton (4%). Se Caltagirone riuscisse a ottenere il voto di altri azionisti privati importanti, da Cassa Forense (che ha poco meno dell’1%) alle fondazioni (tre, tra cui Cuneo), passando per famiglie come i Seragnoli (0,6%) o ancora i Minozzi e i Lavazza (raccolti in Invag che pesa per lo 0,76%), il suo fronte potrebbe spingersi appunto fino quasi al 30%, si calcola. Una partita intricata, con qualche cassa previdenziale (azionista con quote minoritarie) che ha scelto la strada dell’astensione, per mantenere una posizione equidistante ed evitare di schierasi con uno dei due fronti. Come la famiglia nordestina degli Amenduni (Ferak) che detiene l’1,38%, che sarebbe orientata a non votare. Ma il pressing non manca e a contattare i possibili votanti, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, sarebbe stato nei giorni scorsi anche l’ex ad di Cdp, Fabrizio Palermo che in questa partita si è subito schierato con la voglia di cambiamento arrivata dalla lista Caltagirone. Proprio ieri Cassa Forense ha riunito il suo cda per sciogliere la riserva sulla posizione da tenere in assemblea (di cui non si conosce ancora l’esito) mentre c’è chi fa notare che nel board di Lavazza siede il presidente uscente di Generali, Gabriele Galateri, ma il fatto non inciderebbe sulla scelta di Invag.Intanto ieri l’assemblea ordinaria degli azionisti di Cattolica Assicurazioni, controllata da Generali, ha approvato il bilancio dell’esercizio 2021 e un dividendo di 0,15 euro per azione. «Pur in un contesto di grande complessità e incertezza per il sistema economico globale, Cattolica ha dimostrato di godere della fiducia dei propri azionisti e del mercato, grazie al lavoro svolto dall’intero management e in virtù di una progressiva integrazione con il gruppo Generali che sta già portando risvolti positivi in termini di business e di orientamento al risultato», ha dichiarato il presidente della compagnia veronese, Davide Croff. (riproduzione riservata)
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