CON IL TITOLO ORMAI OLTRE QUOTA 20 EURO, LA FONDAZIONE CONGELA ULTERIORI ACQUISTI
di Andrea Deugeni
Niente 2% delle Assicurazioni Generali, la Fondazione Crt si ferma all’1,71% del capitale in vista dell’assemblea del 29 aprile. È questa infatti secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza la quota con cui l’ente torinese presieduto da Giovanni Quaglia si presenterà in assise a Trieste per esprimersi sul rinnovo del consiglio di amministrazione, appuntamento in cui si fronteggeranno due liste di maggioranza: quella del board uscente sostenuta ai nastri di partenza da Mediobanca e dal gruppo (in uscita) De Agostini e che ha ricandidato per un terzo mandato l’attuale group ceo Philippe Donnet e quella promossa da Francesco Gaetano Caltagirone, appoggiata da Delfin e dalla fondazione sabauda. Quest’ultima lista propone come capoazienda l’ex responsabile dell’area Cee delle Generali, Luciano Cirinà. Anche in vista dell’adesione al patto di consultazione (recentemente sciolto) con la holding di Leonardo Del Vecchio e le società dell’imprenditore capitolino, a metà settembre in una riunione ad hoc del cda Quaglia e l’intero board si erano riservati il diritto di aumentare la quota iniziale dell’1,23% del Leone fino al 2%. Rafforzamento importante in vista della battaglia sulla governance della compagnia e che secondo gli osservatori avrebbe potuto far partire lo schieramento degli ex pattisti da almeno il 22% circa. Dal 17 settembre, giorno dell’adesione all’accordo parasociale, l’ente sabaudo ha progressivamente aumentato la propria partecipazione: all’1,47% il 3 dicembre, all’1,53% il 5 gennaio fino a raggiungere l’1,71% attualmente detenuto, quota costruita con un valore del titolo che è passato dai 17,7 euro di metà settembre fino ai 18,3 euro di fine gennaio. Ora Generali viaggia a 20,3 euro, dopo aver toccato il 3 aprile scorso i massimi da ottobre 2008, un prezzo – riferiscono fonti interne a Crt – «molto alto», che «già riconosce una plusvalenza implicita e che dunque renderebbe sconvenienti ulteriori acquisti. Secondo alcune ricostruzioni la volontà di fermarsi a 1,71% sarebbe dettata invece dalla prudenza dei vertici su una partita che sta creando qualche mal di pancia all’interno degli organi della fondazione, in particolare nel consiglio di indirizzo e nello stesso consiglio di amministrazione dove più di qualche amministratore spinge per l’astensione in assemblea Generali. Un board sul tema si terrà a metà aprile, ma l’appoggio alla lista Caltagirone pare non essere in discussione. (riproduzione riservata)
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