Anna Messia
I consulenti finanziari si preparano a dare il loro contributo per il rilancio del Paese sostenendo l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Dalla loro hanno la fiducia dei clienti e 750 miliardi in gestione sono pronti a spingere la raccolta di Pir (piani individuali di risparmio) e degli Eltif (i fondi di lungo termine) che investono in economia reale e possono affiancare con risorse private i maxi finanziamenti pubblici di 191 miliardi previsti dal piano europeo. Ma, per farlo, chiedono un quadro regolamentare e fiscale chiaro e stabile. Un argomento che è stato centro della terza e ultima giornata di ConsulenTia 2022, organizzata da Anasf, tenutasi in presenza, all’Auditorium Parco della Musica di Roma dal 6 all’8 aprile, che ha visto la partecipazione di oltre 2.600 persone.

Il loro apporto potrà essere determinante visti i volumi in gioco. Da quando, con la legge 1 del 1991, fortemente voluta dall’Anasf, allora Associazione nazionale degli Agenti Servizi Finanziari, i consulenti finanziari hanno visto per la prima volta riconosciuta la dignità della loro professione hanno continuato, giorno dopo giorno, a farsi spazio nel mercato. Qualche incidente di percorso, inevitabilmente c’è stato, ma i numeri del successo parlano chiaro: oggi i consulenti finanziari sono arrivati a gestire più di 750 miliardi di euro di risparmi delle famiglie italiane e la loro quota, incredibilmente, è aumenta nei periodi di crisi. Perché è proprio nei momenti di difficoltà che i risparmiatori hanno più bisogno dei consigli di un esperto. E’ stato così anche durante la pandemia, con le reti di consulenti che nel 2020 hanno registrato una raccolta record con un afflusso netto di 43,4 miliardi, il 24,1% in più rispetto al 2019; e poi ancora nel 2021, con un risultato di 57,3 miliardi di euro, il 32,2% in più rispetto al 2020 e quasi il 64% in più rispetto all’anno precedente. E nei primi due mesi del 2022, secondo i dati pubblicati da Assoreti, sono stati raccolti altri 9,2 miliardi, valore superiore del 10,8% rispetto a quanto realizzato nello stesso periodo del 2021. Non solo. Il dato più sorprendente sembra essere un altro: mentre in una fase di incertezza, con gli italiani chiusi in casa per il lockdown, i risparmiatori continuavano a tenere congelata la liquidità sui conti correnti, saliti nel frattempo alla soglia record di oltre 1.700 miliardi, i clienti dei consulenti finanziari, consigliati e rassicurati, hanno continuato ad investire con un’ottica premiate di lungo termine. Perché si sa, come insegnava, primo tra tutti, il fondatore di Mediolanum, Ennio Doris, che è proprio quando i mercati crollano che ci sono le maggiori opportunità di guadagno, e i loro consigli sono stati ascoltati. Prova ne è stata che, nel 2020, la liquidità netta dei clienti dei consulenti confluita sui conti e depositi ha registrato una flessione del 4%. Una relazione premiante che i consulenti sono ora pronti a mettere al servizio del successo del Piano Nazionale di ripresa e Resilienza che rappresenta un’occasione che l’Italia non può permettersi di perdere. Del resto, come detto da Carlo Maria Pinardi, presidente di Analysis e professore a contratto di finanza aziendale presso l’Università Bocconi di Milano, aprendo i lavori dell’evento moderato dal direttore di Class Cnbc, Andrea Cabrini, l’attuazione del Pnrr, da qui al 2026, consentirà una crescita ulteriore media del pil del 2%, da aggiungere alle stime già previste.

Tra i punti del Piano in cui i consulenti sono coinvolti in prima linea ci sono di certo l’innovazione tecnologica e l’istruzione. «La tecnologia, nel suo integrarsi con il ruolo del consulente “umano” può contribuire ad un arricchimento delle soluzioni offerte e del grado di coinvolgimento e consapevolezza dell’investitore», ha osservato il presidente di Anasf, Luigi Conte «anche se bisogna evitare lo scenario in cui l’eccessivo affidamento all’automazione, associato alla fuorviante impostazione che vedrebbe nel professionista un costo evitabile, precluda completamente per il singolo risparmiatore la possibilità di interagire con un consulente». Come dire che, come già evidenziato in altri settori finanziari, a partire da quello assicurativo, la tecnologia può supportare ma non sostituire il valore aggiunto della conoscenza che il consulente finanziario ha del proprio cliente. Anche sulla quarta missione del Pnrr, dedicata all’istruzione, Anasf è da sempre in prima linea per migliorare l’educazione finanziaria degli italiani, che restano ancora in fondo alla classifica europea. Ma è appunto sul sostegno all’economia reale che potrebbe arrivare il supporto più diretto dei consulenti finanziari all’attuazione del Pnrr, contribuendo a convogliare parte del risparmio degli italiani a sostegno della crescita delle imprese, magari riuscendo ad attingere alla tanta liquidità che è ancora sui conti correnti degli italiani e che, con l’inflazione in risalita, rischia ora di perdere inevitabilmente valore. «Finora siamo riusciti a fare ben poco sul fronte dei Pir e degli Eltif a causa di una regolamentazione poco chiara, che è stata più volte ritoccata», dice Conte aggiungendo che, anche sul fronte fiscale, «c’è bisogno di semplificare». Un argomento, quest’ultimo, che, come noto, è molto caldo, con la riforma fiscale in discussione in commissione Finanze alla Camera su cui c’è stata bagarre, a causa della ferma opposizione della Lega. Spaccatura che è riemersa anche durante l’evento di ConsulenTia, che ha visto la partecipazione del presidente della commissione Finanze della Camera, Luigi Marattin (di Italia Viva) e del sottosegretario all’Economia, Federico Freni (Lega). Mentre il primo ha sottolineato la necessità di «semplificare il prelievo, prevedendo due sole aliquote ed evitando che lo Stato distorca le scelte di risparmio degli italiani con tassazioni differenti», Freni ha ribattuto che «due sole aliquote non si adatterebbero alle caratteristiche del mercato italiano, con il rischio di penalizzare il settore immobiliare».

Posizioni divergenti, su cui Conte non si è espresso limitandosi a sottolineare che, a prescindere dalla scelta politica, l’importante è «semplificare le norme e anche incentivare fiscalmente gli investimenti in economia reale con Anasf che è pronta ad utilizzare parte delle future pensioni dei consulenti finanziari per sostenere la ripresa economica italiana». Il braccio operativo è quello di Enasarco, l’ente previdenziale degli agenti e dei rappresentanti di commercio di cui, dopo un lunghissimo scontro, l’Anasf ha preso finalmente la presidenza con l’elezione di Alfonsino Mei. «Il Pnrr è fondamentale per il rilancio del Paese. È necessario che tutte le forze economiche, private e pubbliche, scendano in campo. Enasarco, sin da subito, ha cercato un’interlocuzione con lo Stato ed abbiamo avanzato progetti importanti in termini di partenariato pubblico-privato. Mi auguro che il Governo lavori sulla defiscalizzazione, sull’asset allocation degli investimenti nell’economia reale e sulla concessione di ammortizzatori sociali», ha detto Mei. (riproduzione riservata)
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