LA CONTROLLATA DEL LEONE NON SARÀ VENDUTA: È LA RISPOSTA AGLI AZIONISTI
«Banca Generali è un asset importante per il gruppo grazie alle sue ottime performance»: lo ha spiegato la compagnia rispondendo ai quesiti degli azionisti in vista dell’assemblea di venerdì prossimo. A chi domandava se nel prossimo triennio il Leone intendesse aprire alla vendita dell’asset a Mediobanca, è stato risposto che il nuovo piano strategico presentato dall’amministratore delegato di Generali, Philippe Donnet, «prevede lo sviluppo organico della stessa come parte del gruppo Generali». Inoltre «il consiglio di Generali non ha mai ricevuto proposte concrete per la cessione di Banca Generali». La domanda dell’azionista fa riferimento all’interesse preliminare che sarebbe stato manifestato da piazzetta Cuccia a settembre del 2020, e che era stato esaminato dal comitato strategico della compagnia assicurativa.

Un altro quesito riguarda l’ipotesi che il board di Generali abbia «valutato che, dopo la sconfitta, sarà probabile che soci vicini a Caltagirone lanceranno un’opa su Mediobanca e che, in tal caso, il cambio di controllo su Mediobanca potrebbe causare instabilità in Generali e in quale modo». La replica è che «il tema non è mai stato all’ordine del giorno per il board».

Sono poi stati forniti dettagli specifici sul debito di Generali, che ammonta a 10,66 miliardi di euro, in aumento di 0,97 miliardi rispetto al 2020. La compagnia ha quindi accolto la richiesta di un socio di portare al voto dell’assemblea l’azione di responsabilità per avere scelto di tenere da remoto la riunione. Alla domanda se l’attuale management avesse considerato la possibilità che un’eventuale delibera in cui il prestito titoli di Mediobanca, pari al 4,42%, risultasse determinante, potesse essere impugnata, è stato osservato che «gli azionisti legittimati hanno sempre il diritto di agire davanti al giudice competente per impugnare qualsivoglia delibera assembleare, ove ne ricorrano i presupposti».

Quanto al fatto che «in materia di parti correlate sarebbe utile una stretta, al fine di non privilegiare anche Mediobanca», la compagnia ha spiegato che «le procedure vigenti assicurano la correttezza delle relazioni con le parti correlate, inclusa Mediobanca, e già prevedono regole più stringenti rispetto ai requisiti di legge, allineandosi alle migliori pratiche di mercato».

E sulla figura del direttore generale, non esclusa dal capo azienda, «l’attuale struttura organizzativa è stata approvata dal cda su proposta del group ceo nel gennaio 2021 perché ritenuta più idonea a portare a termine con successo il piano e le nuove sfide».

Generali ha quindi aggiunto che il gruppo «non intrattiene alcun rapporto commerciale con i proxy advisor Iss, Glass Lewis e Frontis» e «nella lista di Donnet non figurano rappresentanti di questi proxy».

Nei giorni scorsi i tre proxy avevano consigliato agli azionisti di sostenere in assemblea la lista proposta dal board del Leone.
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