IL SOTTOSEGRETARIO GAVA PARLA DI RINVIO E SNELLIMENTO. INTERROGAZIONE M5S SU SPECULAZIONI
di Giovanni Galli
Il 110% verso la proroga ma torna l’allarme sui prezzi gonfiati. «Il governo lavora alla proroga del superbonus del 110% (scade il 30/6/2022, ndr), alla semplificazione del sistema dei permessi e dei certificati di impatto ambientale e di quelli per le bonifiche delle aree inquinate, che devono poter essere rapidamente reindustrializzate o restituite ai cittadini. Per evitare nuove calamità, è altrettanto necessario investire risorse in opere pubbliche che aumentino la resistenza del territorio che appare sempre più fragile ed esposto al rischio idrogeologico». Così il sottosegretario alla Transizione ecologica, Vannia Gava (Lega), al termine di un incontro al ministero con il presidente dei costruttori edili dell’Ance, Gabriele Buia. «La rigenerazione urbana non solo renderà più sicure e più belle le nostre città», ha detto ancora Gava, «ma può essere uno straordinario volano per l’economia italiana che, nei prossimi mesi, deve assolutamente ripartire. Siamo al lavoro per approvare misure che possano essere stimolo e sostegno al mercato dell’edilizia privata, che avranno effetti positivi non solo sul mercato del lavoro in un momento di grande difficoltà, ma anche sull’impatto ambientale, sulla resistenza antisismica e ridurranno infine l’inquinamento». «Il superbonus 110% rappresenta uno strumento strategico per lo sviluppo e per l’attuazione di un programma concreto di riqualificazione del patrimonio edilizio italiano, in linea con gli obiettivi di sostenibilità e di riduzione del consumo del suolo definiti nell’ambito del Green Deal europeo. Lo strumento comincia ora ad avere buoni riscontri sul mercato, soprattutto negli ultimi mesi (a fine marzo erano stati realizzati interventi realizzati per circa un miliardo di euro)», ha sottolineato il presidente Buia, in occasione di un’audizione alla Commissione parlamentare per Semplificazione. «Le iniziative sono però rallentate e rischiano poi di essere bloccate dall’incertezza sulla durata dei benefici e da alcune lungaggini burocratiche. È quindi necessario decidere oggi la proroga del Superbonus, nell’attuale impostazione, almeno fino a fine 2023, nell’ambito del Recovery Plan», aggiunge Buia. «Prioritarie appaiono anche le esigenze di semplificazione per favorire l’accesso ai benefici fiscali, in particolare la verifica preventiva della conformità urbanistica o il miglioramento di classificazione energetica per gli immobili vincolati, e accelerare i tempi di recupero del credito per evitare l’incidenza sulla liquidità delle imprese».

Boom dei prezzi. Intanto tornano gli allarmi sul rischio di aumento dei prezzi legati al superbonus (si veda ItaliaOggi Sette del 22 marzo 2021). «Occorre monitorare l’andamento dei prezzi dei materiali impiegati nell’edilizia perché i rincari degli ultimi mesi non compromettano il buon andamento degli incentivi previsti dal superbonus 110%», dichiarano i deputati del MoVimento 5 Stelle Patrizia Terzoni e Luca Sut, che hanno presentato un’interrogazione al ministro delle infrastrutture sull’impennata dei prezzi registrata nel settore edile, denunciato ultimamente da Ance Brescia e Cna, firmatari di un atto di sindacato ispettivo in tema di iniziative da intraprendere ai fini dell’aggiornamento dei prezzari regionali per l’edilizia. «Dall’acciaio al legno e al rame, fino a materiali isolanti, malte, collanti e laterizi», chiosano Terzoni e Sut, «gli aumenti rischiano di inficiare l’andamento positivo della misura. In salita è anche il prezzo dei ponteggi, passato in breve tempo da 15 euro al metro quadrato ai 24 euro attuali. Il fenomeno sta provocando un aumento dei costi di approvvigionamento, mettendo in difficoltà le imprese spesso costrette a rivedere i preventivi e a concludere i lavori con un aumento dei costi a consuntivo. È necessario tutelare gli operatori della filiera istituendo un Osservatorio che monitori l’andamento dei prezzi dei materiali». «Il superbonus porta con sé un forte potenziale espansivo sull’economia e sull’occupazione e sarà impostante prorogarlo almeno fino a fine 2023. Ma è altrettanto importante non sottovalutare fenomeni come questo e scongiurare fenomeni speculativi che potrebbero pregiudicarne a l’efficacia», concludono.

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