Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

logo_mf

Cresce la raccolta ma diminuisce l’ammontare investito. La fotografia del settore del private equity e del venture capital italiano nel 2020 pandemico mostra uno scenario a due facce, che se da una parte indica una maggiore propensione delle imprese agli strumenti di finanza alternativa, dall’altra lascia supporre che il percorso di questo strumento non sia ancora pienamente maturo. I risultati, presentati e discussi nella giornata di ieri, sono stati elaborati da Aifi (Associazione italiana private equity, venture capital e private debt) in collaborazione con PwC-Deals. Quello che è emerso è che la raccolta dello scorso anno è stata di 2,6 miliardi di euro, di cui 2,1 reperiti sul mercato, con una crescita complessiva su base annua del 64%. D’altro canto l’ammontare investito è stato pari a 6,6 miliardi, in contrazione del 9% rispetto ai 7,2 del 2019. Tra private equity, venture capital e infrastrutture le operazioni sono state 471, in crescita del 27% dalle 370 dell’anno precedente.
L’Esma accusa i gestori europei di penalizzare i piccoli risparmiatori rispetto ai grandi investitori. In uno studio pubblicato ieri la Consob comunitaria ha stimato che il retail nel 2019 ha pagato in media il 40% in più degli istituzionali, indipendentemente dalla categoria di fondo comune prescelto: azionario, obbligazionario o misto. La sproporzione è ingiustificata ed è scesa solo marginalmente nel corso degli ultimi anni, contrariamente agli auspici dell’autorità di borsa europea. L’elevata incidenza dei costi sugli investimenti è infatti anche deleteria rispetto all’obiettivo di coinvolgere il risparmio privato nel finanziamento della ripresa economica. Con un investimento di 10.000 euro in un portafoglio diversificato, calcola l’Esma, sulla carta un investitore retail avrebbe potuto ottenere dopo 10 anni 21.800 euro. In realtà a causa di commissioni di ingresso, uscita, gestione e performance il risparmiatore riesce a portare a casa soltanto 18.600 euro.

Per medici e professionisti sanitari l’obbligo vaccinale è relativo. Per prima cosa, non prevede tra gli obbligati il personale non sanitario che opera negli stessi locali. Inoltre, nel decreto non sono presenti accenni a qualsiasi rilievo disciplinare per i professionisti sanitari che sceglieranno di non vaccinarsi. Sono le conclusioni della Fondazione studi consulenti del lavoro che, ieri, ha pubblicato un approfondimento sul dl 44/2021 relativo all’obbligo vaccinale per medici, infermieri e altri operatori del Sistema sanitario nazionale. Il datore di lavoro dovrà scegliere una mansione per il professionista che si rifiuta di assumere il vaccino «che non implichi rischi di diffusione del contagio» alla quale «adibire l’esercente la professione sanitaria. Ciò significa che, in tale circostanza, «vi è indiscutibilmente un’assunzione di responsabilità in capo al datore di lavoro. Anche per questo caso, i consulenti suggeriscono di prevedere uno scudo «che protegga il datore di lavoro da responsabilità di natura penale in ordine alla scelta delle mansioni (e, di conseguenza, del luogo in cui queste saranno svolte) alle quali sarà adibito il lavoratore «renitente al vaccino»
  • Axa con Microsoft per la piattaforma digitale salute.
Il Gruppo Axa ha annunciato ieri la collaborazione con Microsoft per costruire una piattaforma digitale salute. La nuova piattaforma, che utilizzerà le tecnologie legate a Microsoft Cloud for Healthcare, inclusa l’Api di Azure per Fhir (Fast healthcare interoperability resources), unificherà i servizi offerti da Axa per supportare i propri clienti in ogni fase del loro percorso sanitario. La gamma di servizi offerti includerà uno strumento di autovalutazione e prevenzione, un medical concierge, un servizio di teleconsulto, un archivio dei propri documenti medici digitali oltre a servizi di assistenza a domicilio (ad es. consegna di farmaci a domicilio) e un elenco di medici specializzati.

corsera

  • Accordo Generali-Carrefour
Da una partnership tra Carrefour Italia e Generali Welion nasce Carrefour Salute, piattaforma online che rende disponibili ai consumatori servizi welfare e salute attraverso la gdo.

  • Per i top manager il Covid è solo il quinto rischio