di Giulia Provino
Per una riforma organica previdenziale della p.a. maggiore incentivi ai giovani. Ma informando capillarmente i lavoratori. È emerso dall’evento «Question time dei lavoratori del pubblico impiego sul futuro della previdenza» organizzato ieri dal Fondo Perseo Sirio. «La trasparenza della previdenza complementare è fondamentale», ha dichiarato Wladimiro Boccali, presidente del Fondo. Vi è un gap culturale e generazionale verso i meccanismi di tutela previdenziale che deve essere colmato. «Con degli accorgimenti sull’informazione e la promozione si può spingere il settore complementare per la costruzione della pensione di un lavoratore in Italia», ha rimarcato Laura Castelli, viceministro all’Economia. Dal lato fiscale, il Parlamento è a lavoro su una delega per la riforma del fisco. All’interno vi è il pacchetto fiscalità incentivante, volto al miglioramento del sistema pensionistico e dell’assistenza sociale. Con le risorse ingenti in arrivo è possibile, infatti, portare avanti idee innovative e incentivanti, soprattutto per la promozione dell’informazione. All’interno del meccanismo del silenzio assenso portato avanti nelle p.a., «il tema centrale rimane l’informazione e la cultura sulla prevenzione complementare», ha detto Marcella Panucci, capo di gabinetto del ministero per la pubblica amministrazione. L’obiettivo, infatti è di spingere i giovani a prendere consapevolezza sul futuro previdenziale, attraverso l’integrazione della loro pensione con una tutela complementare. Riguardo al futuro della p.a., «la riforma organica del settore previdenziale deve dare stabilità al primo ed al secondo pilastro», ha evidenziato Tommaso Nannicini, presidente commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale. In particolare, riguardo al primo pilastro, servono misure volte a favorire giovani e donne; investimenti, capitale umano e competenza, così da ripensare alla macchina pubblica in maniera più efficiente, con pensioni più sostenibili; ed interventi di contributi figurativi che sostengano la contribuzione nei periodi in cui si ricevono prestazioni assistenziali o in caso di passaggi da un impiego e un altro. Tra gli interventi sul secondo pilastro, si punta a strumenti incentivanti di contrattazione territoriale, volti a favorire una buona negoziazione. Inoltre, attraverso la leva fiscale è possibile incentivare la previdenza complementare. Ad esempio, con un meccanismo di matching contribution, in cui lo Stato fornisce erogazioni iniziali ai giovani, così da spingerli ad aderire alla previdenza complementare. Sul silenzio assenso per i neo assunti, occorre maggiore certezza per agevolare l’adesione di tutti. Altro punto, l’utilizzo di strumenti di previdenza complementare come un reddito ponte in caso di problemi occupazionali.
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