di Anna Messia
Nobis Assicurazioni chiude il 2020 con 238 milioni di premi (+4,1%) e un utile di 13,2 milioni mantenendo fermo l’obiettivo di raggiungere 500 milioni di premi entro il 2023 e guardando a ulteriori operazioni straordinarie. «Vogliamo essere veloci nel soddisfare i nuovi bisogni assicurativi, sfruttando la nostra dimensione che ci consente di essere agili rispetto ai grandi gruppi», dice Alberto Di Tanno, presidente di Nobis Assicurazioni oltre che di Intergea, azienda torinese leader nazionale della distribuzione automotive. L’imprenditore nel 2008 decise di lanciare Nobis assicurazioni, con il supporto di Investimenti Industriali di Andrea Agnelli (che oggi ha poco più del 2%) facendo leva sulle sinergie con il settore automobilistico. Poi il raggio d’azione si è allargato, grazie anche alle acquisizioni: Filo Diretto, Apulia Previdenza, con l’ingresso nel ramo Vita, e Darag, con l’iter autorizzativo che sta per concludersi in questi giorni. «Continuiamo a guardarci intorno per nuove acquisizioni e intanto lanciamo prodotti innovativi. Siamo stati tra i primi a debuttare nel Bonus 110%, offrendo ai proprietari immobiliari una copertura volta a pagare un rimborso in caso di non corrispondenza dei lavori ai criteri fissati dalla legge per le agevolazioni fiscali», rivela l’imprenditore. «Ci siamo affidati a esperti che hanno verificato la documentazione e con queste coperture abbiamo dato certezza al sistema, dando efficacia dell’iniziativa del governo e serenità agli assicurati. Per questo stesso motivo abbiamo deciso di offrire gratuitamente ai clienti un rimborso in caso d’effetti indesiderati dal vaccino anti Covid. Abbiamo avuto diverse migliaia di adesioni e due casi di sinistri. È stato un modo per dare tranquillità a chi avesse avuto timori». Per quanto riguarda il futuro Di Tanno tiene fermo l’obiettivo di 500 milioni di premi entro il 2023, pronto ad acquisizioni. «Abbiamo già le risorse. Anche quest’anno abbiamo deciso di non distribuire cedole e abbiamo un Solvency ratio del 203%, più di due volte il minimo. In ogni caso», conclude Di Tanno, «se ce ne fosse bisogno, i soci sarebbero pronti a finanziare operazioni più grandi». Nell’azionariato oltre a Di Tanno (più dell’80%) e a Investimenti Industriali ci sono l’ad della compagnia, Giorgio Introvigne (con circa il 9%) e il dg Carlo Calvi, con circa il 3%. (riproduzione riservata)

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