Berlusconi jr punta sul «Buy Now Pay Later», mentre Exor inserisce nel suo cda il presidente di Mastercard. Il digitale applicato alla finanza è un business che attira anche i big. Per imitarli esistono fondi ed Etf specializzati. E anche alcune quotate
di Paola Valentini
Non è un caso se Luigi Berlusconi, il più giovane dei cinque figli del Cavaliere, nella sua attività di venture capital abbia scommesso anche su Scalapay, startup del fintech italiano specializzata nel business emergente negli acquisti online a rate del Pay Now Buy Later, letteralmente compra ora e paga dopo. Sulla società Berlusconi jr ha investito circa 100 mila euro durante il primo lockdown. Anche un’altra grande famiglia italiana, quella degli Agnelli Elkann, punta sul fintech: come ha scritto nei giorni scorsi MF-Milano Finanza, la holding di partecipazioni Exor ha reclutato nel proprio cda Ajay Banga, presidente esecutivo di Mastercard, per apportare la sua esperienza nei pagamenti digitali. Solo due esempi, ma indicativi.
La pandemia ha impresso una notevole spinta al business della tecnologia applicata alla finanza, che comprende una serie di innovazioni per facilitare i servizi bancari e finanziari. In pratica il fintech include tutte le applicazioni, in cui l’interazione tra persone è minima o nulla, che aiutano i consumatori o le istituzioni ad utilizzare e a fornire servizi finanziari in un modo diverso e più rapido rispetto ai processi tradizionali. I campi spaziano dalla gestione del risparmio, alle assicurazioni (insurtech), ai prestiti, fino ai servizi di pagamento. E proprio il settore dei micro-acquisti a rate dove opera Scalapay è uno dei segmenti a più alta crescita del fintech che già di per sé mostra prospettive promettenti, come osserva Ubs (articolo accanto): «Il fintech rappresenta una delle industrie a più elevato sviluppo a livello globale e dovrebbe quindi fornire solide opportunità di investimento a lungo termine», spiega la banca svizzera.

Opportunità che possono essere cavalcate non soltanto da chi dispone di grandi capitali. Sul mercato sono infatti disponibili fondi ed Etf specializzati sulle aziende quotate attive nel fintech, oltre alla possibilità di mettere in portafoglio direttamente le azioni, come emerge dalla selezione che il family office Valori Asset Management ha realizzato per MF-Milano Finanza. «Combinando i servizi finanziari con le nuove tecnologie, le società fintech puntano a migliorare i metodi tradizionali di spostare e utilizzare il denaro offrendo costi più bassi, tempi inferiori e accessi più efficienti sia per le aziende sia per i privati che vogliono essere più attivi nella gestione dei loro soldi», spiega Fabiola Banfi, responsabile investimenti di Valori Asset Management, «tutto quello che spazia dalla possibilità per un cliente di vedere il proprio portafoglio online, alle applicazioni per scambiarsi il denaro, agli strumenti che permettono alle banche di prendere decisioni rapide per un finanziamento, è parte dell’evoluzione dei servizi finanziari».
Tradizionalmente la tecnologia a servizio della finanza è stata per anni utilizzata dalle banche per gestire alcune attività, ma con l’aumento dell’accessibilità delle innovazioni digitali anche ai consumatori, lo spazio delle società del settore è aumentato per far fronte all’aumento della domanda. «Pensiamo all’espansione del brokerage online nello spazio delle app che ha cambiato il modo di investire per sempre: quello che una volta aveva un costo elevato oggi può essere fatto quasi gratis. I servizi che un tempo erano dominio delle banche oggi sono disponibili con un semplice tocco di mano e i player del settore stanno cercando di gestire il nuovo fenomeno. In questo senso il fintech è un elemento perturbatore nel mondo finanziario perché sta spingendo il vecchio modello di fare banca verso nuove prospettive», aggiunge Banfi.

Tra le quotate l’esperta di Valori Am cita Paypal (il titolo ha fatto +145% a un anno), «leader nei pagamenti online, ma offre molto di più, la piattaforma Venmo per i pagamenti personali è diventata leader nel settore ed è in continua crescita». Poi Green Dot (+71,2% a 12 mesi) che «permette a molte società di fare banca senza essere banca, come ad esempio Apple con Apple Pay Cash». C’è poi StoneCo (+209% a un anno) «una delle principali fintech in America Latina. È partita come gestore dei pagamenti ed oggi offre numerosi servizi e sta crescendo attraverso acquisizioni», aggiunge Banfi che in Italia cita Nexi. Nella lista anche Goldman Sachs: «Sta costruendo la propria attività legata ai consumatori senza l’apertura di sportelli e con un approccio legato alla tecnologia per massimizzare l’efficienza, intanto la parte legata all’investment banking rende il titolo meno soggetto alle fasi del ciclo economico».
Tra i fondi sulle azioni fintech Valori segnala il BlakcRock Fintech (+99% a un anno e il 13,9% da inizio 2021) e il Robeco Fintech (+50,7% a un anno e +10,3% da gennaio). Il segmento Etf è rappresentato dall’Invesco Kbw Nasdaq Fintech (+65% a 12 mesi e +8,9% da inizio 2021) più altri due Etf (Ark Fintech Innovation e Global X Fintech) quotati negli Usa. «Con i consumatori che diventano sempre più smaliziati e connessi», conclude Banfi, «le società fintech che hanno successo saranno quelle che continueranno a fornire nuove soluzioni a vecchi problemi». (riproduzione riservata)

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