di Andrea Pira
Un tesoretto dimenticato da 2,5 miliardi di euro. E in mezzo a tre crisi, 2008, 2011 e 2020, anno del Covid. A tanto ammontano le risorse dai cosiddetti fondi dormienti trasferiti in 12 anni al Fondo speciale Consap. Lì vanno a confluire le somme inutilizzate relative a strumenti di natura bancaria e finanziaria, dai 100 euro in su, «non più movimentati dal titolare del rapporto o da suoi delegati per un tempo ininterrotto di 10 anni». Quando un conto ricade nella categoria la banca è tenuta a contattare il titolare tramite lettera raccomanda con ricevuta, chiedendo di dare indicazioni entro 180 giorni. Passati i quali scatta il trasferimento. Le risorse saranno poi destinate ad alimentare il veicolo per indennizzare i risparmiatori vittime di frodi finanziarie. Il tema dei dormienti è tornato di stretta attualità in queste settimane. Si tratta del momento in cui le banche pubblicano gli avvisi dell’avvenuta comunicazione a Consap degli elenchi dei rapporti in essere pronti essere devoluti, se non saranno reclamati dai clienti (la devoluzione avviene a maggio o comunque entro giugno).

Alla partecipata del Mef, che può gestire i risarcimenti alla collettività e ai consumatori, è stato affidato il compito di custodire i conti non movimentati dai titolari per altri dieci anni da quando vengono trasferiti dagli intermediari, prima di finire una volta per tutte nelle casse pubbliche. In realtà dalla cifra di 2,5 miliardi vanno scalati gli oltre 340 milioni richiesti indietro, ma oltre 2 miliardi sono sempre un bel gruzzolo. Dal 2010 al 2020 si parla di oltre 70 mila casi per 147 mila rapporti rimborsati. Un numero ristretto se paragonato ai 2,7 milioni di rapporti confluiti nel fondo dormienti dal 2008 Quasi la metà dei quali, ossia 1,3 milioni soltanto nel primo anno, per un importo di 834 milioni di euro. Negli anni successivi l’andamento è stato altalenante. Si va dagli oltre 111 mila rapporti per 337 milioni di euro del 2009 ai 54 mila rapporti per 59 milioni del 2011. Si è quindi tornati alla crescita con un picco nel 2013 di 220 milioni di euro, dopo una nuova flessione almeno fino al 2019, con 146 mila rapporti per 196 milioni devoluti. Fino all’ultimo dato segnalato da Consap per il 2020, quando le somme hanno superato 181 milioni con un numero di conti dormienti in linea con quelli dell’anno prima. Ora si attendono eventuali risvegli dei risparmiatori, prima che finisca tutto definitivamente allo Stato. (riproduzione riservata)

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