I requisiti principali ricercati in una valuta digitale dai cittadini europei sono la tutela della privacy (43%), la sicurezza (18%), la possibilità di utilizzo in tutta l’area euro (11%), senza costi aggiuntivi (9%) e offline (8%).

È quanto emerge da un sondaggio svolto dalla Bce che sta lavorando alla creazione di una forma elettronica di denaro per integrare banconote e monete nel tentativo di arginare la concorrenza delle criptovalute. “Un euro digitale può avere successo soltanto se risponde alle esigenze dei cittadini europei”, afferma Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo Bce. “Faremo del nostro meglio per assicurare che un euro digitale sia in linea con le aspettative dei cittadini che sono emerse dalla consultazione pubblica”.

La consultazione è stata avviata il 12 ottobre 2020 e si è conclusa il 12 gennaio 2021, raccogliendo oltre 8.200 risposte tra privati cittadini (94% del campione), professionisti, banche, fornitori di servizi di pagamento, commercianti e società tecnologiche.

L’aspetto più delicato dell’euro digitale è la privacy, sia secondo i cittadini privati, sia secondo i professionisti, soprattutto esercizi commerciali e altre imprese. Meno di un decimo sostiene la necessità del completo anonimato. Oltre due terzi del campione riconosce l’importanza di servizi innovativi offerti da intermediari, in grado di consentire l’accesso a un euro digitale e indicano che questo dovrebbe essere integrato negli attuali sistemi bancari e di pagamento. Circa un quarto dei partecipanti ritiene che un euro digitale debba rendere i pagamenti transfrontalieri più rapidi e meno costosi. A questo proposito vorrebbe potere utilizzare l’euro digitale al di fuori dell’Eurozona, ma con limiti ben definiti.

BCE