di Francesco Ninfole
La Banca d’Italia potrà imporre alle banche limiti a nuovi mutui e prestiti, in termini di loan-to-value (Ltv) e altri indici di rischio. Si tratta di misure regolate a livello nazionale e note come «borrower based» poiché basate sulle caratteristiche dei finanziamenti o dei soggetti che li ricevono. Inoltre Via Nazionale intende introdurre in Italia un buffer di capitale sui rischi sistemici previsto dalle regole Ue, anche se non obbligatorio nei Paesi. Entrambe le novità, raccomandate di recente dal Fmi, sono contenute in una consultazione che durerà 60 giorni. In seguito sarà varata la normativa definitiva. «Nonostante al momento in Italia non si rilevino rischi significativi che potrebbero essere efficacemente fronteggiati con queste misure, si ritiene necessaria la loro introduzione nell’ordinamento nazionale per un pronto utilizzo delle stesse in caso di necessità», ha osservato Palazzo Koch.

Le norme attribuiranno alla Banca d’Italia la possibilità di imporre alle banche limiti per l’erogazione di nuovi finanziamenti riguardo ad alcuni indici come il rapporto tra il valore del prestito e quello dell’attività data in garanzia (Ltv, che in Italia è attorno al 65% contro una media Ue oltre l’80%), quello tra il valore del prestito e il reddito del debitore (loan to income, Lti), tra il debito complessivo del debitore e il suo reddito (debt to income, Dti), tra la rata del prestito e il reddito del debitore (debt service to income, Dsti), tra il debito complessivo del debitore e la sua ricchezza netta (leverage). Inoltre saranno possibili limiti alla durata dei prestiti e vincoli ai requisiti di ammortamento.

Le disposizioni potranno essere applicate a tutti i finanziamenti oppure differenziando sulla base delle caratteristiche dei clienti (persone fisiche o giuridiche) e dei prestiti (credito immobiliare, al consumo), prevedendo o meno soglie di esenzione, a livello nazionale o per specifiche aree geografiche. Dopo aver identificato una specifica vulnerabilità Bankitalia individuerà la misura macroprudenziale da adottare e emanerà il provvedimento relativo, che sarà riesaminato periodicamente.

Le misure borrower based sono utilizzate per contrastare rischi sistemici derivanti dagli andamenti del mercato immobiliare e dai livelli elevati di debito di famiglie e imprese. Bankitalia ha osservato che i provvedimenti di questo tipo, agendo sulle nuove erogazioni di credito, sono particolarmente efficaci nelle prime fasi del ciclo economico, quando il mercato di riferimento si sta espandendo e le vulnerabilità per le banche e per i clienti si stanno accumulando.

Quanto invece al systemic risk buffer, è una riserva di capitale che potrà essere chiesta alle banche per rischi specifici di determinate esposizioni non coperte da altri strumenti. I provvedimenti inoltre aggiornano le normative sull’ammontare massimo distribuibile (Mda) e consentono di applicare agli istituti a rilevanza sistemica nazionale un capitale aggiuntivo fino al 3%, invece che fino al 2%. (riproduzione riservata)

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