di Ugo Brizzo
La Commissione Europea ha lanciato «Sure», un fondo da 100 miliardi di euro che permetterà di dar vita a una sorta di cassa integrazione europea tutelando i posti di lavoro durante la crisi del coronavirus e facilitando la ripresa delle imprese una volta che l’emergenza sarà finita. La vera novità di rilievo è però che il nuovo piano di Bruxelles prevede l’emissione di obbligazioni comuni. Il fondo Sure, come ha scritto MF-DowJones, raccoglierà risorse sui mercati emettendo bond con tripla A, quindi a tassi bassissimi, che girerà poi ai Paesi che hanno bisogno di prestiti con scadenze a lungo termine. «È la Commissione Ue che va sui mercati ed emette bond. La Commissione ha la tripla A, ovvero la possibilità di ottenere sul mercato dei titoli dei bond con interessi bassissimi, e presta questi quattrini con scadenze di lungo termine ai diversi Paesi. I Paesi che lo utilizzeranno di più saranno i Paesi con alto debito, ovviamente, perchè hanno molta più difficoltà ad avere fondi», ha puntualizzato il commissario Ue all’economia Paolo Gentiloni. «È la prima risposta comune dei Paesi europei» alla crisi, «il primo esempio concreto, un passo forse storico, e comincio a essere ottimista sul fatto che altri ne seguiranno», ha aggiunto Gentiloni.
La Francia intanto ha proposto interventi a più livelli nell’immediato in grado di contenere le ricadute della pandemia da coronavirus, e anche un nuovo strumento di medio e lungo termine con l’obiettivo specifico, e a scadenza, di spingere il rilancio delle economie. È la proposta del ministro dell’Economia Bruno Le Maire, che ha indicato tre diversi interventi. Primo: l’attivazione del Mes (il fondo Salva-Stati) con «condizionalità leggere» che evitino l’effetto-stigma sull’eventuale Paese beneficiario e su questo «ci si potrebbe accordare già all’Eurogruppo della prossima settimana», ha detto. Secondo: 200 miliardi di nuovi finanziamenti della Banca Europea degli Investimenti (Bei). Terzo: creazione di un meccanismo europeo di sussidi di disoccupazione, come quello proposto dalla presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen, con una dotazione di 100 miliardi di euro.

Ma la proposta più rilevante riguarda quello che il ministro francese ha chiamato «un fondo europeo temporaneo e straordinario», allo scopo di aiutare tutti i Paesi dell’Ue a perseguire il rilancio dell’economia post crisi in maniera coordinata. Fatto rilevante poi è che Le Maire si sia mosso apparentemente dopo aver superato, o quantomeno sondato, il maggiore ostacolo su questa strada, la Germania. L’idea, ha infatti rivelato lo stesso ministro francese, che parla fluentemente tedesco, è stata discussa a inizio settimana con il ministro Olaf Scholz. Ora «stiamo per consultare Spagna, Italia e la presidenza dell’Eurogruppo. Vedremo la prossima settimana se è possibile trovare un terreno comune su questo approccio». Per Le Maire occorre «evitare dibattiti ideologici su coronabond o eurobond». Il fondo avrebbe una durata limitata di 5 o 10 anni e potrebbe emettere bond garantiti in comune, sarebbe gestito dalla Commissione Ue e andrebbe a finanziare programmi per far ripartire l’economia, in un quadro «coerente con il green deal». I Paesi beneficerebbero del fondo a seconda dei danni subiti dalla pandemia. «Per evitare qualunque confusione con i negoziati su bilancio europeo pluriennale sarebbe fuori bilancio». Infine, ma non ultimo «le obbligazioni comuni emesse dal fondo potrebbero essere ripagate sul lungo termine grazie a risorse eccezionali come una imposta (su scala europea) di solidarietà o contributi degli Stati membri». Ed è forse questo un aspetto su cui Le Maire potrebbe aver fatto leva per vincere le riserve della Germania sulle emissioni comuni: prevedere fin da subito delle entrate certe e vincolanti con cui ripagarle.
Intanto ieri la Bce ha annunciato il rinvio della revisione della strategia, che si dovrebbe completare entro metà 2021. (riproduzione riservata)

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