Venerdì 10 sarà Generali a riunire il consiglio sulla questione: cedola o no? Un dubbio amletico per le compagnie di assicurazione che in questi giorni sono chiamate a mettere sul piatto della bilancia gli interessi degli azionisti e le indicazioni arrivate dalle autorità di controllo. Eiopa, l’authority europea, e le Ivass dei vari Paesi hanno chiesto dividendi zero per affrontare i tempi incerti per la crisi che sta generando il coronavirus, ma la sensazione è che le imprese non abbiamo nessuna intenzione di mettere a dieta i propri investitori, in un momento in cui tutti hanno bisogno di liquidità. Dalla loro le imprese hanno bilanci 2019 che, per molte di loro, si sono chiusi con numeri da record e i più convinti a dire di no all’invito arrivato dall’Eiopa sono stati i tedeschi di Allianz. Il gruppo guidato da Oliver Baete, contravvenendo allo spirito teutonico di seguire alla lettera le regole, il 6 aprile ha ribadito di essere intenzionato ad andare per la sua strada nel riconoscere la ricca cedola annunciata in febbraio di 9,6 euro (+6,7% sul 2019), annunciando però allo stesso tempo di aver sospeso la seconda tranche da 750 milioni del maxi buy back iniziato a marzo per un totale di 1,5 miliardi. Del resto, fanno notare da Monaco, Allianz ha chiuso il bilancio 2019 con il risultato operativo più alto della sua storia, 11,9 miliardi e il Solvency II, a dicembre, era del 212%. Insomma, le risorse, nonostante l’incertezza, non sembrano mancare e la compagnia tedesca, nel complicato dilemma, ha fatto pendere il piatto della bilancia dalla parte degli azionisti. «Ci aspettiamo che gli eventi recenti avranno un impatto su di noi ma la nostra posizione finanziaria rimane molto forte», hanno fatto sapere da Allianz, aggiungendo che «il management è anche consapevole del fatto che 650 mila investitori retail, oltre a fondi pensione e investitori istituzionali fanno affidamento sul nostro dividendo, come una parte importante delle entrate».
A ore toccherà al cda di Generali dire la sua sulla questione cedola. Il collegio sindacale della compagnia triestina, nei giorni scorsi, ricordando le due pronunce di Eiopa e quella di Ivass diretta alle imprese italiane, ha consigliato prudenza, vista la situazione di incertezza. Ma anche nel caso di Generali la redditività continua a essere elevata (risultato operativo 2019 di 5,2 miliardi, +6,9%), la solvibilità, pari il 6 marzo al 200%, non desta preoccupazione ed è evidente che pure gli azionisti del Leone contano sul ricco dividendo promesso dal group ceo, Philippe Donnet, fissato nelle scorse settimane a 0,96 euro (+6,7%). In ballo, considerando il numero di azioni della compagnia, c’è un monte dividendi di 1,513 miliardi da pagare agli azionisti. A partire dagli istituzionali (che hanno il 38,17%) e dal retail (25,42% del capitale), che salvo tagli alla cedola dovrebbero incassare 577,5 e 384,6 milioni. Poi ci sono Mediobanca (13,03% della compagnia), cui spetterebbe quindi 197 milioni), Caltagirone con il 5,13% (gli spetta 77,6 milioni), Del Vecchio con il 4,86% (75,3 milioni) e Benetton con il 4% (60,52 milioni). La sensazione è che anche il Leone abbia la forza di mantenere le promesse fatte agli investitori. Mentre Unipol nei giorni scorsi ha fatto una doppia mossa: da una parte ha deciso di confermare il dividendo di UnipolSai (0,16 euro) e dall’altra ha sospeso quello di Unipol gruppo (0,28 euro). Unipol ha anche deciso di sospendere ogni valutazione in merito al riconoscimento della remunerazione variabile di competenza dell’esercizio 2019 per tutto il personale dirigente del gruppo, compreso l’ad. Anche questa una strada indicata da Ivass e dall’Eiopa. Ma pure in questo caso la scelta non è definitiva E non appena l’emergenza rientrerà le compagnie sono pronte a rimettere mano al portafoglio. O a provarci. Quanto a Cattolica, è rimasta per ora in stand by, rinviando ogni decisione sulla cedola (oltre che sulla data di convocazione dell’assemblea) al prossimo consiglio di amministrazione del 30 aprile.
Anche la svizzera Zurich, non vigilata da Eiopa, ha confermato la sua cedola 2019, mentre il group ceo di Axa ha preso più tempo. Thomas Buberl nei giorni scorsi ha sottolineato la confusione creata in Europa dalle autorità europee che nei singoli Paesi avrebbero dato indicazioni differenti. Anche Axa, come Allianz, è pronta a procedere con il piano di stacco cedola di 1,43 euro (+7%) per azione ma intanto ha rinviato l’assemblea dal 30 aprile al 30 giugno per avere un quadro più chiaro. (riproduzione riservata)

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