di Massimo Michaud*

In queste settimane in Italia si stanno mettendo in atto le misure per rilanciare l’attività produttiva. Ma compete ad ogni attore dell’economia interrogarsi sulle strategie più efficaci per rilanciare le imprese. Crediamo che tre fenomeni siano particolarmente rilevanti per il mercato assicurativo: l’accresciuta percezione del rischio, la domanda di nuove coperture assicurative e l’accelerazione dell’innovazione per il conseguimento di risultati concreti a breve.
Il primo nasce dalla consapevolezza che la nostra organizzazione sociale ed economica si è rivelata fragile, in tutto il mondo, nei confronti di una minaccia prevedibile. È plausibile che i Paesi maggiormente attrezzati svilupperanno una riflessione sulle difese che devono mettere in atto; con tutta probabilità, si realizzeranno iniziative infrastrutturali per la sanità, per le reti virtuali e per la messa in sicurezza del territorio, spesso con un impegno congiunto dello Stato e dei privati. Le assicurazioni possono intervenire sia offrendo delle polizze per le grandi opere sia partecipando all’investimento nelle stesse. Tuttavia, per liberare le risorse occorrerebbe uscire da principi contabili a supporto di una gestione finanziaria di breve e speculativa, per favorire gli investimenti a lungo termine e anticiclici coerenti con la durata del passivo patrimoniale.
In materia di coperture è lecito attendersi un maggiore sviluppo dell’assicurazione malattia per i cittadini e dell’assicurazione dei rischi indiretti per le imprese. Nonostante la diffusione delle coperture sanitarie grazie alla defiscalizzazione dei contributi alle casse di assistenza, le forme di copertura sanitaria mutualizzata restano marginali rispetto alla spesa pubblica e alle spese sostenute dai cittadini per curarsi. Se l’offerta saprà cogliere l’opportunità di ampliare le garanzie e promuovere i servizi di telemedicina, questa situazione potrebbe cambiare. In sanità, devono migliorare i tempi di reazione, con particolare riferimento alla disponibilità di materiale sanitario e di macchinari, e la capacità di assistere a distanza un elevato numero di persone, e per questo servono investimenti.
Dal lato delle imprese, il business continuity management è diventato cruciale: l’arresto forzato delle attività economiche e la caduta della domanda in molti settori ne hanno fornito la prova. In Italia sono pochissime le imprese ad avere una assicurazione loss of profit, una polizza che copre per un certo tempo il valore aggiunto dell’impresa quando la produzione si ferma per un evento imprevisto. Dopo questa crisi la garanzia loss of profit si generalizzerà, a patto che le compagnie sappiano conciliare una comprensibile prudenza con una più diffusa commercializzazione.
Il terzo fenomeno è la forte spinta all’innovazione finalizzata a risultati concreti quali efficienza, commercializzazione di nuovi servizi e accesso da remoto. In materia di efficienza abbiamo imparato che si può continuare a lavorare anche a distanza con l’accelerazione della dematerializzazione dei flussi cartacei residui, la rivisitazione delle modalità di rimessa dei premi e di gestione dei sinistri. Soluzioni come quelle che eliminano i moduli cartacei trasformandoli in pochi giorni in work flow automatizzati andranno per la maggiore.
Tra i nuovi servizi abbiamo già citato quelli di telemedicina. Recentemente un assicuratore ha offerto il teleconsulto medico a sostegno dei pazienti affetti da coronavirus. Un servizio destinato a diventare meno costoso con l’utilizzo della intelligenza artificiale: operatori internazionali, basandosi su milioni di casi, hanno già ridotto di due terzi il teleconsulto in presenza del medico promuovendo l’autodiagnosi in linguaggio naturale.
Nell’ambito invece dei servizi per gli anziani si svilupperà l’assistenza a domicilio con il monitoraggio continuo. Alcuni operatori stanno cogliendo queste opportunità, ampliando l’età limite dell’offerta e mutualizzando i nuovi rischi, sulla base di rigorose basi tecniche e di nuovi servizi a pagamento.
Infine, in rapida accelerazione, sono le nuove forme di accessibilità: l’attuale crisi ha sdoganato l’attività a distanza, anche quella di vendita. Un’evoluzione decisiva per agenti e broker assicurativi che si dovranno dotare non solo di modalità di teleconsulenza, ma anche di strumenti di analisi dei bisogni dei clienti. Incominciano a diffondersi sul mercato strumenti che permettono la personalizzazione dell’offerta e il confronto puntuale con la concorrenza, per mettere in luce la qualità delle polizze. Proprio sulla qualità delle coperture si potrebbe aprire una concorrenza più sana ed utile per i clienti. Tra gli strumenti a disposizione delle reti, quelli riservati alla gestione amministrativa sono ben sviluppati, ma quelli a supporto del marketing e della consulenza al cliente sono perfettibili. Chi li perfezionerà acquisirà un consistente vantaggio competitivo.
In conclusione, come per tutte le imprese, il rilancio dell’attività sarà difficile per il settore assicurativo. Tuttavia, l’atteggiamento proattivo da parte degli assicuratori, magari supportato da una normativa che si concentri di più sulla liberazione delle risorse assicurative per la ricostruzione e meno su complessi e costosi strumenti di misura (si pensi all’Ifrs 17), incontrerà un terreno fertile fatto di maggiore attenzione ai rischi e volontà di proteggersi, assurte ad esigenze primarie di tutti i cittadini.
*presidente Cineas

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