Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali


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Le Pmi alla prese con il puzzle dei finanziamenti garantiti dallo Stato. Nel ventaglio delle opportunità concesse dal decreto liquidità occorre analizzare a fondo la propria situazione e le proprie esigenze prima di scegliere a quale porta andare a bussare. Ammesso, ovviamente, che dall’altra parte qualcuno risponda.
Nel labirinto delle garanzie e controgaranzie concesse a fronte di finanziamenti erogati da istituti di credito, le mille sfaccettature di ciascuna possibilità possono essere comprese appieno solo empiricamente, ossia analizzando la specifica situazione di bilancio, la propria esposizione nei confronti del ceto bancario e verificare quali leve poter azionare e l’effetto finale di ciascuna mossa.
Supponiamo quindi un caso concreto, una piccola e media impresa con 22 dipendenti e un fatturato annuo per l’esercizio 2019 di 3 milioni di euro.
Responsabilità penale medica nel periodo dell’emergenza da Covid-19: per andare esente da colpa, l’esercente la professione sanitaria, nella cura del paziente affetto da coronavirus, deve applicare puntualmente le linee guida pubblicate dall’Istituto superiore della sanità.
Tuttavia, l’oggettiva difficoltà degli operatori nell’approcciarsi ai primi giorni di emergenza, nonché, ancora oggi, la carenza di strumenti adeguati a cui il nostro sistema nazionale sta cercando di far fronte, suggerisce una norma che li protegga dal rischio di procedimenti penali. E se nel contesto di un acceso dibattito politico vi è chi propone uno scudo procedimentale che limiti alle ipotesi dolose la responsabilità del sanitario durante l’emergenza o per gli eventi originati dalla stessa, e c’è chi manterrebbe la responsabilità colposa ma circoscrivendola ai casi di colpa macroscopica, la tutela va attualmente ricercata negli istituti generali del nostro ordinamento, quali la scriminante dello stato di necessità.
L’elaborazione e la trasmissione dei big-data con la velocità del 5G aprono scenari straordinari per il controllo dell’efficienza e della sicurezza dei veicoli. Un campo nel quale le flotte, per mole di chilometri percorsi ogni giorno e numero di veicoli in circolazione, potranno giocare un ruolo da protagoniste, sia come antenne di dati, sia come fruitori di soluzioni tecnologiche avanzate. Sono le prospettive tratteggiate da Flavio Farroni, ingegnere e Ceo di MegaRide, startup ipertecnologica focalizzata sulle soluzioni per ottenere la massima aderenza degli pneumatici nelle condizioni estreme che si presentano nelle competizioni, dalle piste di Formula 1 e MotoGP, della tedesca DTM e della FormulaE.

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Il primo Termometro della fiducia del Cerved rileva che il grande rischio è ora l’incertezza sui salari e sui risparmi che vengono intaccati. Le famiglie italiane vedono molto grigio, quasi nero, nel loro futuro. Non quello immediato in cui si convive con i1 Covid 19 giorno per giorno e si prepara a riuscire di casa con molta cautela e sempre armati delle inseparabili mascherine. No, Il nero che vedono all’orizzonte è quello dei mesi di qui alla fine dell’anno ma soprattutto l’anno prossimo. Perché è nel 2021 che gli Italiani si aspettano la mazzata. E mentre sperano che così non sarà, vivono in uno stato di incertezza e preparandosi ad una specie di economia di guerra.

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  • I medici denunciano le aziende sanitarie
In Europa, l’Italia è il Paese dove da anni la probabilità di prendersi un’infezione negli ospedali è la più alta: il 6%. È la conseguenza di un graduale aumento di rischi specifici inclusa la scarsa formazione degli operatori sanitari a osservare le misure di sicurezza, a partire da quelle igieniche. In questo quadro è esploso il Covid-19. Oggi il personale sanitario, che conta 19.942 contagiati e 185 morti, attraverso le sue rappresentanze sindacali ha presentato un esposto ai Nas oltre che alle Procure di dieci Regioni: contestano alle aziende ospedaliere di non aver tutelato medici e infermieri come dovuto. La questione riguarda anche noi cittadini, perché i medici positivi al virus rischiano di trasformare gli ospedali in focolai del contagio, e il livello di sicurezza del personale sanitario è una delle chiavi del successo (o dell’insuccesso) della lotta al Covid-19.

Non bastano i superpoteri per far crescere i campioni nazionali. Servono anche le aggregazioni, perché il tessuto industriale italiano, benché se ne parli da almeno un decennio, resta troppo frammentato e poco diversificato sull’export per competere nei periodi di crisi, a partire dall’emergenza coronavirus. Lo rivela lo studio di Kpmg per L’Economia del Corriere della Sera, dal titolo «Covid-19, golden power e aggregazioni industriali: impatti sul mercato italiano». Nel turismo, nota Kpmg, in Italia sono ancora micro (cioè sotto i dieci dipendenti) il 92,6% delle aziende; nell’alimentare l’86,1%; nella moda l’81,6%; nelle costruzioni addirittura il 96,10%; nella grande distribuzione organizzata l’86,6%. E se nell’automotive si scende al 65,8%, nelle utility si risale al picco del 93,8%. Una situazione che non ci si può più permettere, emerge dallo studio di Kpmg, perché mai come ora i campioni nazionali vanno costruiti davvero.
Domani a Torino l’assemblea della compagnia assicuratrice che supera anche i 150 milioni di utile netto.
Il dg Filippone: «I risultati economici si affiancano a una confermata solidità. Solvency ratio al 276 per cento». L’assemblea che domani a Torino chiuderà l’esercizio 192 di Reale Mutua assicurazione si annuncia ben lontana da toni trionfalistici. «Ci troviamo a chiudere un anno che per molti versi è stato entusiasmante – dice Luca Filip-pone, direttore generale di Reale Mu-tua —. Eppure quel 31 dicembre 2019 oggi appare lontanissimo, siamo immersi in una realtà diversa e inattesa, che ci sta cambiando profondamente, che obbligherà il nostro business a cambiare».
Sulla vetta dell’indagine 2020 che misura il clima nelle imprese si stagliano AmEx,
Cisco, Bending Spoons e Cadence Design. Ascolto dei collaboratori, possibilità  di essere creativi e confidenza nei capi le qualità vincenti.
Questa graduatoria esce da una indagine che ha coinvolto 58 mila dipendenti di oltre 150 aziende: hanno risposto a un questionario anonimo sul clima aziendale: domande sulla fiducia nei manager, valutazioni sul proprio ufficio, giudizi su come l’azienda attira o trattiene i talenti oppure viene incontro a chi è in difficoltà.

 

  • La gestione del rischio si impara con la sfida virtuale
Mai come oggi il risparmio, di cui il nostro Paese è ricco, va gestito in modo responsabile. «Eppure gli italiani hanno una cultura finanziaria limitata. Si guarda troppo spesso al rendimento e non abbastanza al rischio», commenta Marco Giorgino, professore di Finanza al Mip, la Graduate School of Business del Politecnico di Milano. Ecco perché Banca Generali, insieme a Reply, si è rivolta al Mip per avviare un contest dedicato agli studenti, che puntasse a sensibilizzare i ragazzi su temi come il rischio finanziario e il concetto di protezione. Dallo scorso 4 marzo sono stati 8.500 gli iscritti all’Investment Challenge, provenienti da università di tutta Europa. Si sono sfidati a suon di investimenti per 207.037 ore, l’equivalente di oltre 23 anni. La competizione di trading online era condotta su BG Saxo Trader Go, piattaforma di BG Saxo (partnership tra la banca private triestina e Saxo Bank), con 35 mila strumenti finanziari a disposizione.
  • Da grade posso fare (solo) la Presidente
L’ultimo giro di poltrone delle aziende pubbliche non ha portato novità nelle politiche di genere. Perché le donne ora entrano al vertice ma il vero posto di comando (ceo) resta agli uomini. Maria Bianca Farina è stata confermata alla presidenza di Poste italiane.

  • Rc auto, con il crollo del traffico risparmiati 25 milioni al giorno
Quanto sta risparmiando il sistema assicurativo sulla Rc auto, la copertura più importante, per le forti limitazioni alla mobilità personale dovute al coronavirus, con cali di traffico e incidenti stimati in circa l’80%? Una risposta arriva ora, alla vigilia della prima ripartenza: le compagnie stanno risparmiando circa 25 milioni di euro al giorno. Che, moltiplicati per i quasi 60 giorni di blocco, fanno quasi un miliardo e mezzo. Potranno questi soldi tornare nelle tasche dei consumatori? La risposta è complessa: c’è anche il rischio che con la fase 2 gli incidenti aumentino più del consueto, erodendo il tesoretto attuale.
  • Taglio al premio o class action con forti limiti
Sospensioni agevolate delle polizze e 15 giorni di tempo in più per rinnovarle. Finora la sterminata normativa sull’emergenza Covid-19 ha introdotto a tutela degli assicurati Rc auto queste misure. Ma nessuna garanzia forte che l’eventuale grande risparmio dovuto al calo dei sinistri durante il lockdown (si veda l’articolo sopra) venga adeguatamente “girato” ai clienti. Così non restano che due chance previste dalle norme ordinarie:“sconto” per diminuzione del rischio e class action. Strade non facili. La riduzione del premio da pagare per assicurarsi è prevista dall’articolo 1897 del Codice civile: al rinnovo della polizza, il cliente che comunica all’assicuratore che il rischio assicurato è diminuito può ottenere uno alleggerimento del premio, proporzionato a tale diminuzione. «L’articolo 1897 è formulato per le normali situazioni in cui è la situazione del singolo cliente a cambiare – spiega Maurizio Hazan, avvocato specializzato e docente di Diritto delle assicurazioni all’università Liuc di Castellanza -. Quindi il cliente segnala la sua situazione e la compagnia la inquadra nel suo tariffario, determinando la diminuzione del premio. Ma la pandemia sta creando una situazione collettiva, in cui impatto sul livello di rischio da assicurare e sui conti delle compagnie è difficile da valutare».

  • Perdite di esercizio: braccio di ferro tra il Crédit Mutuel e gli assicuratori
Gli assicuratori e gli agenti generali si ribellano al premio eccezionale promesso dal Crédit Mutuel alle società assicurate dal gruppo, la cui attività è stata interessata dal contenimento.  Lo criticano per non aver applicato i suoi contratti e per aver ingannato i suoi clienti, cosa che viene formalmente contestata dal capo del Crédit Mutuel, Nicolas Théry. Quest’ultimo insiste sull’urgenza di fornire un sostegno finanziario alle compagnie assicurate.
  • UFC- Que Choisir richiede la retrocessione di denaro agli assicurati auto/moto
L’associazione per la tutela dei consumatori vuole che le autorità pubbliche costringano gli assicuratori a ridistribuire i “risparmi” realizzati a seguito del calo del tasso di sinistri.