Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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La scure di Moody’s si abbatte sulle imprese assicurative vita italiane e su quelle inglesi. La società di rating americana ha rivisto al ribasso l’outlook sul settore vita italiano e sulle compagnie inglesi modificando le previsioni da stabile a negativo. Il motivo è legato agli effetti negativi determinati dal Covid-19 soprattutto per la volatilità dei mercati finanziari. Questa scelta «riflette la nostra opinione che l’epidemia di coronavirus farà pressioni sulla capitalizzazione degli assicuratori vita italiani oltre che sulla crescita dei risultati», osserva Moody’s.
Uno storico legame finanziario del contesto italiano si è concretizzato con una mossa azionaria. Unipol è entrata nel capitale di Mediobanca. La partecipazione del gruppo che controlla la compagnia assicurativa di Bologna è dell’1,96%, come emerge dalle comunicazioni Consob, ed è stata definita il 18 marzo dopo una serie di acquisti in borsa. Ai valori attuali di mercato (la merchant bank di Piazzetta Cuccia capitalizza 4,46 miliardi) l’investimento della società guidata da Carlo Cimbri vale 87,42 milioni. Si tratta di una soglia importante -per quanto la posizione potrebbe essere stata costituita come attività di trading- alla luce del fatto che Mediobanca è il primo azionista (13%) delle Generali, il principale polo assicurativo italiano, seguito proprio da Unipol.

La pandemia del Covid 19 sta cambiando e cambierà ancora di più in futuro le modalità e le tecniche di comunicazione. Sia quelle degli individui, sia quelle nell’approccio verso l’esterno delle aziende e, in generale, delle organizzazioni. Già in queste ultime settimane si è notato un mutamento nello stile e nei contenuti di comunicazione delle istituzioni economiche e non. Per la verità, molte campagne pubblicitarie, progettate prima dell’insorgere della pandemia, sono ancora in corso e sono incentrate esclusivamente sull’esaltazione della qualità del prodotto o del servizio offerto. Viste alla televisione, sembrano i residui di un’epoca ormai passata e, secondo alcune analisi del gradimento degli spettatori, in certi strati di popolazione suscitano anche una certa irritazione o contrarietà. Con effetti negativi.
Ma i messaggi e le comunicazioni più recenti e aggiornati sono volti sempre più spesso a sottolineare anche, se non soprattutto, l’impegno sociale di aziende e organizzazioni. In realtà, questo è ciò che i cittadini si aspettano.
Il decreto che inserisce gli ordinistici tra i fruitori del bonus di 600 euro presenta molte difficoltà interpretative e non è ancora stato pubblicato nonostante la misura entri in vigore oggi. Abbiamo già avviato un’interlocuzione con il governo per avere chiarimenti. È quanto si legge nella nota diffusa ieri dalla Cassa nazionale dei dottori commercialisti, ma rappresenta anche la situazione di altre casse professionali nel giorno in cui parte ufficialmente la richiesta delle indennità per gli ordinistici (ricordiamo che gli iscritti alle casse private erano esclusi dal bonus fino a sabato, quando la ministra del lavoro Nunzia Catalfo ha firmato il decreto ministeriale che li ricomprende).

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  • Il bonus
Oggi partono le domande per richiedere l’indennità da 600 euro sul sito Inps. Ma il rischio caos è concreto. Prima sul sito Inps compare la pagina che indica nell’ordine cronologico il criterio per l’erogazione dei soldi: molti si scambiano lo screenshot via social. Poi in serata la pagina sparisce. E interviene il presidente Inps Pasquale Tridico: «Non ci sarà alcun criterio cronologico, nessun click day: le domande potranno essere inviate anche dopo l’1 aprile». A prescindere dalla norma, il governo ritiene però che i 3 miliardi siano più che sufficienti a ristorare i 5 milioni di lavoratori autonomi in difficoltà. E così i 200 milioni destinati a 330 mila professionisti iscritti agli Ordini. Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, già nell’intervista a “Repubblica”, aveva avvertito che l’Inps avrebbe fatto monitoraggio. E che sarebbe spettato al governo decidere poi quanti soldi aggiungere di fronte a un boom di domande. Così pure la circolare numero 49 del 30 marzo: «L’Inps provvede al monitoraggio e garantisce il rispetto del limite di spesa». Nel limite di spesa. Cortocircuito informativo? Forse. Ma da oggi sarà caos. Anche perché in parallelo scatta anche la domanda per il bonus babysitter.
  • Il governo alza il muro per difendere banche e assicurazioni
Il crollo delle quotazioni delle principali società per azioni ha fatto quindi scattare l’allarme ai massimi livelli. È risuonato alla Consob e subito dopo nelle stanze di Palazzo Chigi e del ministero dell’Economia. Perché ai prezzi attuali – e con la capacità di incidere dall’estero sull’andamento dei titoli – molti dei “gioielli” nostrani rischiano di abbandonare il territorio italiano. E nel mirino rischiano di finire anche i “colossi” della finanza, con la testa e il corpo nel nostro Paese. Insomma, l’emergenza coronavirus sta determinando una vera e propria criticità sull’economia italiana e sulla “italianita’” delle grandi imprese. Con il “Golden power”, quando l’interesse nazionale prevale, il governo può stoppare offerte pubbliche di acquisto o di vendita considerate ostili. Lo può fare per le aziende considerate appunto “strategiche”: quelle che gestiscono fondamentali reti infrastrutturali come le telecomunicazioni, come quelle impegnate nel settore della Difesa o come quelle attive nell’energia. Adesso, però, è allo studio l’idea di allargare il perimetro delle società che possono essere sottoposte al controllo del “Golden power”. Estenderlo, in primo luogo, al settore finanziario: banche e assicurazioni.
  • “Garanzie alle imprese fino a 300 miliardi” La mossa del Tesoro
Il decreto di aprile del governo a sostegno dell’economia conterrà un nuovo intervento in favore delle imprese: una garanzia pubblica fino a 300 miliardi per tutti i finanziamenti fino a 6 anni, per chiunque la chiederà, «a condizioni di mercato» e fino a un 25% del fatturato 2019 delle imprese. Le garanzie — che non sono capitale, e rientrano nel debito pubblico solo dopo la loro “chiamata” per sopraggiunte perdite — sarebbero rilasciate alle banche finanziatrici di «tutte le imprese che non hanno accesso alla garanzia del Fondo» in essere da 24 anni per le Pmi, e che il decreto “Cura Italia” ha rafforzato per 1,5 miliardi. Saranno rilasciate «a prima richiesta, a condizioni di mercato, incondizionate, irrevocabili, conformi con la normativa di riferimento dell’Ue» (quella che vieta gli aiuti di Stato), e affidate per le istruttorie alla Cassa depositi e prestiti, già in parte attiva in questa nicchia. Si tratta di impegni statali a prendersi la prima perdita sui crediti bancari alle imprese, in percentuali scaglionate secondo le dimensioni: 90% del finanziamento garantito per società con meno di 5.000 dipendenti in Italia e valore della produzione 2019 fino a 1,5 miliardi; 80% per società con fatturato tra 1,5 e 5 miliardi o più di 5.000 dipendenti in Italia; 70% per le grandi maggiori, con valore della produzione oltre 5 miliardi. La garanzia copre capitale, interessi e oneri accessori «fino all’importo massimo», pari al 25% del valore della produzione del 2019.

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  • Generali, 20 milioni di mascherine
Il gruppo assicurativo Generali ha dato il suo contributo alla lotta contro il Covid-19 stanziando 14 milioni di euro destinati alla Protezione civile per l’acquisto di 20 milioni di mascherine.
  • La squadra Crédit Agricole per la Croce Rossa
Un milione di euro per la Croce Rossa Italiana per un aiuto concreto contro l’emergenza, che si aggiunge al milione già donato in altre iniziative. Questi gli obiettivi della donazione fatta dalle società del gruppo Crédit Agricole in Italia guidato da Giampiero Maioli, con Agos (500 mila euro), Crédit Agricole Italia (140 mila), Amundi (100 mila), CA Vita e CA Assicurazioni (100 mila).
  • Confindustria: il Pil scenderà del 6%. Rischio depressione
Effetto coronavirus. Al termine del primo semestre di quest’anno il prodotto interno lordo italiano (Pil) segnerà una flessione del 10% rispetto all’ultimo trimestre del 2019, ossia una perdita di circa 42 miliardi di ricchezza. I consumi delle famiglie alla fine del 2020 avranno registrato un calo del 6,8%, le esportazioni del 5,1% e le stime indicano una flessione degli occupati del 2,5%. Un quadro dove la cifra saliente risiede nel calo annuale del 6% del Pil (mentre nel 2021 è attesa una crescita del 3,5%), con conseguenze sul rapporto tra deficit e Pil destinato a salire al 5% e un rapporto tra debito e Pil al 147%. I numeri e le stime forniscono le prime evidenze del peso dell’emergenza sanitaria sull’economia, a riassumerle è il centro studi di Confindustria nel documento «Le previsioni per l’Italia. Quali condizioni per la tenuta ed il rilancio dell’economia?». La dimensione dell’emergenza è confermata dal fatto che tra i dati storici del centro studi non figurano precedenti, a cominciare da un calo dei consumi del 9% in meno di 50 giorni, un tempo rapidissimo. «Mai nella storia ci si è trovati ad affrontare una crisi sanitaria, sociale ed economica di queste proporzioni», spiega il documento, una condizione con rischi di «depressione» che spinge Confindustria a chiedere di «tutelare il tessuto produttivo e sociale, lavoratori, imprese e famiglie, con strategie e strumenti inediti e senza lesinare risorse. Occorre agire subito». I timori segnalati sono il blocco dell’offerta e il crollo della domanda con effetti «drammatici sulla liquidità delle imprese». Le previsioni si soffermano anche sullo stop delle attività per settore: i comparti più colpiti saranno le costruzioni, i trasporti e il turismo.

  • Borse in ripresa, ma trimestre flop Asta BTp, salgono i rendimenti
Prosegue il rimbalzo delle Borse europee. Piazza Affari ha terminato l’ultima seduta del trimestre con un rialzo dell’1,06%, in linea con l’andamento delle altre principali Borse continentali (indice Eurostoxx 50 +0,8%). Il bilancio dei primi tre mesi dell’anno però è di quelli che non si dimenticheranno facilmente: il Ftse Mib ha ceduto il 27,5% segnando la peggiore performance trimestrale della storia. Quanto ai listini europei il calo medio si attesta a -25%. Per trovare una performance peggiore bisogna ritornare indietro al 2002. Per Wall Street il bilancio da inizio anno si attesta a -18%. Per quanto si tratta di ribassi consistenti va ricordato che ci siamo allontanati dai minimi dell’anno (12 marzo per l’Europa e 23 marzo per gli Usa) quando il parziale delle Borse europee era prossimo al -40% mentre l’S&P 500 americano sprofondava del 34%. Da allora i listini hanno messo a segno un significativo rimbalzo: +14,5% per Piazza Affari e +20% per Wall Street.
  • Uno scudo per medici e infermieri specializzandi, contratti più stabili
Uno scudo penale e civile, tranne che per i casi di dolo, da assicurare a medici e infermieri impegnati in prima linea nella battaglia contro il coronavirus.Lo scudo arriverà con l’appoggio del ministro della Salute Roberto Speranza attraverso un emendamento al decreto Cura Italia da oggi all’esame in commissione Bilancio. Speranza da giorni ascolta l’appello che arriva dagli operatori sanitari, a partire dall’Ordine dei medici che ieri ha scritto anche al capo dello Stato Sergio Mattarella per denunciare gli spot degli studi legali che offrono consulenze gratuite per intentare cause ai medici. A questo appello si sono aggiunti i manager degli ospedali attraverso la Fiaso (la Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere), l’associazione dei broker italiani (l’Aiba) e ieri anche il governatore della Lombardia Attilio Fontana: «È sconcertante apprendere che in questo momento di grave criticità sanitaria, ci siano studi legali a caccia di clienti». L’esenzione dalla responsabilità penale e civile scatterà per «tutte le attività esercitate e le prestazioni erogate» con l’esclusione delle condotte volontarie finalizzate alle lesione o al danno o in caso di «macroscopica, intenzionale e ingiustificata violazione dei principi basilari» della professione sanitaria, manageriale e amministrativa.

 

  • Banche & co: la cedola zero è già costata 6 miliardi
Nella sua corsa verso il picco (ormai vicino, secondo gli esperti) Covid-19 ha già spazzato via quasi sei miliardi di dividendi a Piazza Affari. Un monte-cedole riferito alle 40 principali società del Ftse Mib, ma che può essere facilmente ritoccato all’insù considerando l’intero listino, e che comprende sia il dietrofront di molte società, costrette a tornare sui loro passi dopo avere già annunciato la proposta di remunerazione, sia i congelamenti verso i quali si sono orientati tutti gli istituti di credito, seguendo le indicazioni di Bce e Bankitalia. La preoccupazione è diffusa ma, oltre alla ridotta visibilità sul business nell’orizzonte di breve-medio periodo, hanno pesato su queste decisioni anche le singole situazioni patrimoniali e la composizione azionaria di ogni singola società, ognuna con le sue peculiarità.
  • Assiteca. In sei mesi marginalità cresce del 19%
Assiteca ha chiuso il primo semestre del 2019-2020, archiviato il 31 dicembre, con ricavi in crescita del 15% a 45 milioni e un ebitda di 10,1 milioni, in aumento del 19%. Il risultato ante imposte si è attestato a 8,1 milioni con un incremento dell’11%. Nello stesso periodo il risultato netto si è attestato a 5,15 milioni, in progressione dell’8%. «I risultati della nostra semestrale evidenziano che l’azienda è patromonialmente solida e in forte sviluppo», ha dichiarato il presidente Luciano Lucca.

  • Le misure di contenimento fanno evolvere i rischi per gli assicuratori
Strade deserte, negozi chiusi: l’immagine della Francia è cambiata con il contenimento studiato per arginare l’epidemia di coronavirus e, con essa, la mappatura dei sinistri che gli assicuratori potrebbero dover coprire. “Osserviamo che la richiesta di contatto per tutti i motivi rimane nel complesso elevata e sostenuta, ma il numero di dichiarazioni di sinistro cambierà certamente”, riconosce Jean-Philippe Dogneton, il vice direttore generale della mutua assicuratrice Macif. Ad esempio, “il fatto che le persone rimangano a casa cambierà la natura dei rischi in termini di incidenti domestici o di rischi di furto perché alcuni siti non sono più occupati. Per definizione, questi rischi saranno post-confinamento”, continua. I periti assicurativi stanno già registrando un calo della sinistralità. Una catastrofe naturale potrebbe cambiare la situazione, ma per il momento il calo è particolarmente marcato per gli incidenti automobilistici.
  • Come i periti gestiscono i sinistri a distanza
Niente più appuntamenti sul campo con un perito assicurativo per verificare i danni causati da un sinistro. Di fronte all’epidemia di coronavirus, le principali organizzazioni che rappresentano questi professionisti hanno rinunciato alle visite durante il periodo di contenimento. Fino a nuovo avviso, si sono rassegnate a svolgere il loro lavoro a distanza, supportate da telefono e videoconferenza. Di norma, alcuni sinistri sono già gestiti a distanza, come ad esempio i piccoli danni causati dall’acqua.

Handelsblatt

 

  • Huk-Coburg prevede concorrenza nei prezzi nella RCA
La crisi legata al Coronavirus sta causando il crollo di importanti nuovi affari per gli assicuratori auto. La speranza è data dall’elevato numero di veicoli in portafoglio – e dal forte calo delle cifre relative agli incidenti. lo prevede il leader del mercato tedesco Huk-Coburg. “Le aspettative stanno cambiando radicalmente a causa della situazione attuale”, ha detto martedì il CEO Klaus-Jürgen Heitmann in occasione della presentazione dei risultati dell’anno scorso.