di Renato Mannheimer
La pandemia del Covid 19 sta cambiando e cambierà ancora di più in futuro le modalità e le tecniche di comunicazione. Sia quelle degli individui, sia quelle nell’approccio verso l’esterno delle aziende e, in generale, delle organizzazioni. Già in queste ultime settimane si è notato un mutamento nello stile e nei contenuti di comunicazione delle istituzioni economiche e non.

Per la verità, molte campagne pubblicitarie, progettate prima dell’insorgere della pandemia, sono ancora in corso e sono incentrate esclusivamente sull’esaltazione della qualità del prodotto o del servizio offerto. Viste alla televisione, sembrano i residui di un’epoca ormai passata e, secondo alcune analisi del gradimento degli spettatori, in certi strati di popolazione suscitano anche una certa irritazione o contrarietà. Con effetti negativi.
Ma i messaggi e le comunicazioni più recenti e aggiornati sono volti sempre più spesso a sottolineare anche, se non soprattutto, l’impegno sociale di aziende e organizzazioni. In realtà, questo è ciò che i cittadini si aspettano.

Già da diversi anni, molto prima, quindi, dell’insorgenza del Corona virus, i consumatori hanno mostrato (lo provano numerose ricerche, in primo luogo quelle condotte da Remo Lucchi per EumetraMR) di chiedere in numero sempre maggiore alle aziende un comportamento e un atteggiamento diversi dal passato. Che non si limitino alla mera produzione e vendita di prodotti e servizi, ma che considerino anche l’impegno e la responsabilità sociale. Verso i lavoratori, verso l’ambiente, verso il Paese.
Con l’insorgere dell’emergenza Covid 19, questo genere di richieste si sono estese e intensificate. Alle aziende e alle organizzazioni si domanda in questo momento un contributo fattivo alla lotta alla pandemia.
Molte imprese hanno già risposto. Con donazioni generose, riconversioni della produzione in presidi sanitari, prese di posizione. E molte hanno comunicato efficacemente queste iniziative. Lo si può notare, ad esempio, sfogliando ogni giorno le pagine dei quotidiani.
È ragionevole prevedere che anche in futuro, quando, sperabilmente presto, l’emergenza sarà attenuata o risolta, questo trend proseguirà.
Sempre più aziende considereranno l’impegno sociale tra i propri obiettivi e saranno valutate (e i loro prodotti acquistati) anche su questa base. Tra breve, anche il giudizio di credito e quello sulla affidabilità delle imprese terrà conto di questi fattori.
E muterà in larga misura la comunicazione di molte istituzioni, economiche e non. Che, come molti stanno già facendo ora, sottolineeranno, oltre alle qualità e caratteristiche del loro prodotto o servizio, anche il proprio contributo verso la realizzazione di una società migliore, da diversi punti di vista.

Ma le aziende e le altre organizzazioni devono prepararsi adeguatamente a questa grande trasformazione nella comunicazione verso l’esterno. Molte, a questo fine, stanno già studiando in profondità, attraverso ricerche e analisi, i mutamenti nelle aspettative dei cittadini.
Chi sin d’ora comprende e assimila la trasformazione in atto nei consumatori, può godere di un vantaggio competitivo già in questo momento e, ancor più, quando l’emergenza sarà finita. Specialmente oggi è necessario capire, con un approccio scientifico, l’evoluzione dell’opinione pubblica.
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