Michele Damiani
L’indennità di 600 euro sarà erogata anche senza la certificazione della regolarità contributiva. È quanto prevede il decreto interministeriale Mef e del Ministero del lavoro pubblicato ieri sul sito del dicastero guidato da Nunzia Catalfo. Il decreto è stato modificato rispetto alle bozze circolate negli ultimi giorni. In particolare, come detto, è stato tolto il requisito della regolarità contributiva: il precedente comma 3 dell’articolo 1, infatti, recitava: «L’indennità è altresì corrisposta a condizione che il soggetto richiedente abbia adempiuto agli obblighi contributivi con riferimento all’anno 2019». Questo periodo è stato soppresso. Accolta, quindi, una delle richieste avanzate dalle casse professionali (si veda ItaliaOggi di ieri) che hanno atteso fino alla mattina del giorno di invio delle domande per avere il decreto pubblicato e visionabile. Rimangono per gli Enti, però, alcuni dubbi interpretativi che stanno provocando comportamenti a macchia di leopardo. Il primo problema riguarda le partite Iva aperte nel 2019, ovvero quei professionisti che non potranno dimostrare di aver maturato un reddito di 35 mila euro nel 2018 come richiesto dalla norma perché non ancora attivi nel 2018. Sul punto, come detto, non c’è una posizione univoca. Cassa forense considererà le partite iva aperte l’anno scorso come rientranti tra i beneficiari, almeno dalle prime indicazioni. Le domande potranno essere comunque inviate e nel caso verranno poi respinte. Dalla misura risulteranno esclusi i praticanti di tutte le casse, visto che non versano contributi all’Ente privato di riferimento. Per i tirocinanti, quindi, nessuna misura di sostegno. Un’altra criticità sollevata dalle casse riguarda la poca chiarezza del decreto. Il bonus, infatti, andrà a i professionisti con meno di 35 mila euro di reddito nel 2018 «la cui attività sia stata limitata dai provvedimenti restrittivi emanati a seguito dell’emergenza». I confini, dunque, non sono stabiliti e la norma, per come scritta, potrebbe includere tutti o nessun professionista.
Infine, un altro degli aspetti criticati riguarda lo stanziamento di risorse. Per le indennità, il governo ha previsto 200 milioni di euro, per una platea di beneficiari che arriverà massimo ai 330 mila professionisti. Secondo il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella, tuttavia, i potenziali fruitori sarebbero almeno 900 mila. Per gli ordinistici, quindi, si prospetta una sorta di lungo click day, con i primi che arriveranno che potranno godere del beneficio mentre gli ultimi non potranno vista la scaristà di fondi.
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