di Anna Messia

I numeri della raccolta di marzo, ancora parziali ma significativi, hanno evidenziato una raccolta netta positiva di circa 3 miliardi: i consulenti finanziari hanno dimostrato con i fatti di essere in grado di continuare a svolgere il loro lavoro anche con le enormi difficoltà determinate dal Covid19, e sono pronti a fare la loro parte per sostenere la ripresa economica delle imprese italiane. Mentre lavorano alla messa a punto del primo esame della categoria realizzato in remoto, per consentire ai mille iscritti alle prove di aprile e maggio di portare a termine il faticoso lavoro dei mesi passati, evitando blocchi e rallentamenti e tenendo a mente il valore del risparmio, ancora di più in questo momento difficile per il Paese. «I primi dati di marzo, che censiscono sei società che rappresentano circa il 75% del mercato, hanno mostrato una raccolta netta di 3 miliardi», spiega a MF-Milano Finanza il segretario generale di Assoreti e vicepresidente dell’Ocf, l’organismo di vigilanza e tenuta dell’albo dei consulenti, Marco Tofanelli, in leggera flessione rispetto a febbraio quando erano stati 3,2 miliardi a parità di campione. «Sono dati ancora temporanei ma che mostrano come l’industria si sia fatta trovare preparata mettendo a frutto le tecnologie su cui ha tanto investito negli ultimi anni», sottolinea Tofanelli, aggiungendo che se si leggono i numeri in dettaglio si comprende anche il ruolo fondamentale che stanno avendo i consulenti in questa fase di incertezza sociale ed economica. «Se da una parte i flussi di marzo mostrano riscatti nel risparmio gestito di circa 1,8 miliardi dall’altra evidenziano una crescita della liquidità, a 3,2 miliardi, oltre che del risparmio amministrato, che ha raccolto 1,5 miliardi, a dimostrazione che i risparmiatori, grazie ai consulenti, sono stati protetti e hanno colto opportunità continuando a investire in mercati fortemente volatili» spiega aggiungendo che l’industria è pronta a dare il suo contributo in questa fase difficile per il Paese. E non sarebbe poco. Le reti di consulenti gestiscono oggi circa 620 miliardi dei 4.400 di patrimonio complessivo delle famiglie italiane, con un centinaio di miliardi parcheggiati in liquidità. «Risorse che potrebbero avere un ruolo fondamentale per evitare il crollo del pil italiano e sostenere le imprese che, oggi più che mai, hanno bisogno di risorse per ripartire», suggerisce Tofanelli, che chiede ai regolatori di definire nuovi parametri per incentivare, non solo fiscalmente, investimenti nell’economia reale. «Penso anche ai grandi patrimoni, che qualcuno avrebbe in mente di tassare», spiega, «mentre parte delle loro risorse potrebbero essere efficacemente utilizzate per investire in strumenti illiquidi a lungo termine, ragionando in un’ottica di portafoglio e non di prodotto, ovviamente assicurando le tutele ai risparmiatori». Le reti di consulenti sono pronte insomma ad affrontare e a rispondere all’emergenza, conclude Tofanelli, anche in casa propria. «Stiamo lavorando alla messa a punto del primo esame da remoto, utilizzando il tracciamento e il riconoscimento facciale per permettere a più di mille candidati di poter iniziare a lavorare», conclude, «bisogna rivedere il regolamento interno dell’Ocf che deve essere approvato dal ministero dell’Economia, sentita la Consob, e contiamo sul fatto che anche le autorità siano veloci nel rispondere ai nuovi bisogni». (riproduzione riservata)

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