Una mappa internazionale dei sinistri stradali in Europa, e nel mondo, è stata delineata da ONU, OMS, OCSE e UE interessate a garantire i principi basilari della sicurezza stradale
di MR. OLIVIERO
Con la risoluzione n. A/66/260/2012 Improving global road safety, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito la Settimana Mondiale della Sicurezza Stradale, programmata solitamente i primi di maggio, per sensibilizzare i cittadini e le istituzioni di tutti i paesi.
Perché se gli errati comportamenti stradali, come l’alta velocità, la guida col telefonino e in stato di ebrezza in testa, sono sicuramente i principali indiziati, giocano un ruolo fondamentale anche l’adeguatezza delle infrastrutture come, ad esempio la qualità della segnaletica, dell’illuminazione e del manto stradale.
E non a caso nei paesi in via di sviluppo, che solo di recente hanno conosciuto un considerevole aumento della motorizzazione, si registrano i maggiori incrementi di sinistri e le concentrazioni più rilevanti.
Il paese con in assoluto il maggior numero di vittime al mondo è inevitabilmente anche quello più popoloso: la Cina con 261.000 casi. Anche perché, oltre ad avere il maggior numero di abitanti, sono concentrati in contesti densamente urbanizzati, amplificando di conseguenza il rischio.
In base al numero di abitanti il paese che ha, invece, più vittime è la Repubblica del Sudafrica. Mentre se il rapporto è in base ai veicoli immatricolati il primo è il Marocco, dove sono poco utilizzate le cinture di sicurezza anteriori come accade anche in: Argentina, Messico e Cambogia. Il paese dove si rischia di più se si rimane coinvolti in un sinistro è, invece, Haiti.
Secondo i dati dell’ International Transport Forum dell’ Ocse riferiti al 2018, i paesi più sicuri sono quelli del vecchio continente, come conferma anche un rapporto della Commissione Europea sulla Sicurezza Stradale del 2017.
Rapporto della Commissione Europea sulla Sicurezza Stradale
Sulle strade d’Europa si registra infatti una media di 49 vittime per milione di abitanti contro i 174 del resto del mondo.
L’8% si verifica in autostrada, il 37% all’interno dei contesti urbani mentre il 55% sulle strade provinciali e ad alto scorrimento che nonostante si viaggi a velocità elevate, spesso non hanno le stesse condizioni di sicurezza delle autostrade. I passeggeri auto rappresentano il 46% del totale. Stessa percentuale per quelli che sono considerati gli utenti vulnerabili della strada come: ciclisti, motociclisti e pedoni.
I paesi più sicuri 
A guidare la classifica dei paesi europei più sicuri c’è la Svezia con 25 casi per milione di abitanti, seguita dal Regno Unito con 28 e la Danimarca con 30. Progressivamente ci sono: i Paesi Bassi 31, l’Irlanda 33, l’Estonia 36, la Germania e la Spagna 39, Malta 41, Finlandia e Lussemburgo 42. L’Austria con 47 è l’ultimo paese della classifica ad avere una performance migliore della media europea.
I paesi più pericolosi
A guidare, invece, la classifica dei paesi europei più pericolosi c’è la Romania con una media di 99 casi, ben quattro volte quelli registrati in Svezia. Seguono la Bulgaria con 96, la Croazia con 80, la Polonia con 75, la Lettonia con 70, la Grecia con 69, la Lituania con 67, l’Ungheria con 64, Cipro 62, Portogallo 58 e l’Italia col poco lusinghiero 56 in lieve crescita.
Sinistri in città
Focalizzando l’attenzione sui sinistri degli utenti vulnerabili della strada che accadono nelle gradi aree urbane si nota come per le caratteristiche e le peculiarità di ogni singola città, il grado di sicurezza può non essere in linea col dato nazionale. Paesi virtuosi come Svezia, Danimarca e Paesi Bassi si ritrovano infatti in testa alla classifica con i più alti tassi di sinistrosità. Spagna e Lettonia con 80, leggermente sotto i Paesi Bassi con 79 seguiti da Danimarca, Sveglia e Germania con 77. A riprova che è l’alta densità abitativa e la concentrazione di veicoli ad aumentare il rischio a scapito della sicurezza che, invece, è più facile garantire sulle autostrade.
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