di Luisa Leone
Antenne francesi puntate sul sistema finanziario italiano. L’allarme, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, sarebbe risuonato nelle ultime relazioni dei servizi segreti sul sistema economico e potrebbe essere lo spunto per un inasprimento delle norme antiscalata approntate con il decreto Liquidità. Con il provvedimento in conversione alla Camera il governo, infatti, non solo ha ampliato a molti settori, compreso quello bancario e assicurativo, il raggio di azione dei Poteri Speciali (che consentono di porre il veto o condizioni all’acquisto di aziende strategiche) ma lo ha anche esteso ai soggetti europei, che prima potevano essere bloccati solo se interessati ad aziende attive nel settore della Difesa. Lo scudo contro le imprese Ue sarà attivo però solo fino alla fine dell’anno, visto che la norma è giustificata con la straordinarietà degli eventi legati all’esplosione della pandemia. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, tuttavia, in Parlamento già si starebbero preparando emendamenti per portare più avanti questa scadenza e proteggere le aziende italiane, soprattutto quelle finanziarie, anche dalle mire dei Paesi più vicini. Sui tempi d’altronde non esistono vincoli espliciti della Commissione Europea, che in questa fase si basa solo sul principio di proporzionalità rispetto all’emergenza. Anche se, secondo alcuni osservatori, allungare i tempi della protezione verso gli operatori europei con tanto anticipo potrebbe finire per essere censurabile da Bruxelles. Ciò non toglie che se l’emergenza, almeno economica, proseguirà oltre il 2020, la norma possa comunque essere prorogata anche in un momento più prossimo alla scadenza dei termini. Non solo. Tra le possibili proposte emendative potrebbero spuntarne anche alcune per abbassare le soglie che fanno scattare gli obblighi da parte dei soggetti comunitari, per i quali oggi la notifica è legata all’assunzione del controllo, mentre per tutti i soggetti extra Ue la soglia è fissata al 10%. Una possibile mossa in questo senso permetterebbe anche una maggiore tutela di Borsa Italiana, i cui assetti sono finiti all’attenzione anche del Copasir che nei prossimi giorni ascolterà in audizione i vertici della società di gestione del mercato italiano, oltre a quelli di Bankitalia e dei principali gruppi finanziari italiani. Come accennato, infatti, il faro acceso dall’esecutivo sul comparto bancario-assicurativo, non elencato tra quelli individuati dal regolamento europeo del 2019 cui le nuove norme fanno riferimento, derivano anche dagli input arrivati dai servizi di sicurezza, che avevano rilevato movimenti anomali già prima che scoppiasse l’emergenza Coronavirus. Da allora la situazione, con l’indice Ftse Banche che ha lasciato sul terreno circa il 40% della capitalizzazione, la situazione è evidentemente diventata ancora più delicata. Anche perché nel mentre in Europa si discute di nuove possibili modifiche allo schema sugli aiuti di Stato, per permettere l’ingresso temporaneo dello Stato nel capitale delle aziende senza passare per il nulla osta della Commissione. Una buona notizia per la tutela degli interessi italiani ma non sfugge che i Paesi con minori vincoli di bilancio potranno più facilmente andare in soccorso delle proprie imprese in crisi di quanto potrà fare in prospettiva l’Italia. Ad ogni modo rilevantissimo sarà l’ammontare massimo delle singole operazioni che sarà considerato ammissibile da Bruxelles, che deve ancora essere stabilito. (riproduzione riservata)

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