La prossima settimana il board definirà il dividendo. Gli analisti e il mercato si aspettano la conferma di 0,96 euro

di Anna Messia
La pronuncia definitiva su quale sarà quest’anno l’importo della cedola di Generali arriverà la prossima settimana, con la convocazione di un apposito cda e in ogni caso prima del 16 aprile, data ultima per il deposito delle domande in vista dell’assemblea del 30 aprile. È c’è un nuovo elemento da considerare: il collegio sindacale della compagnia, come anticipato da www.milanofinanza.it, ha invitato il consiglio di amministrazione di Generali a muoversi con prudenza. L’organo presieduto da Carolyn Dittmeier e partecipato da Lorenzo Pozza e Antonia Di Bella si è riunito lo scorso 3 aprile e nella relazione messa a punto in vista dell’assemblea, che si terrà eccezionalmente a porte chiuse a Torino per l’emergenza coronavirus, ha sottolineato l’importanza che il consiglio di amministrazione «assuma la propria determinazione secondo un approccio di ragionata prudenza, coerente con l’attuale situazione di incertezza». L’invito, esplicito, arriva appunto a ridosso del consiglio di amministrazione del gruppo guidato da Philippe Donnet, dopo le pronunce dell’Eiopa, l’authority europea, e dell’Ivass italiana che hanno chiesto a tutto il settore di mettere fieno in cascina e di ridurre o meglio ancora di annullare i dividendi per far fronte al periodo di incertezza determinato dal Covid-19. Ora tocca quindi al cda decidere se confermare il dividendo già annunciato al mercato, pari a 0,96 euro per azioni, come sembrerebbe pronta a fare Allianz (ribadendo 9,6 euro per azione), grazie alla presa di posizione favorevole della Bafin, oppure optare per un passo indietro parziale (come deciso da Unipol, che ha rimandato la cedola della sola capogruppo ma confermato UnipolSai) mentre il numero uno di Axa, Thomas Buberl ha apertamente criticato le differenti indicazioni arrivate in questi giorni dalle autorità nazionali in tema di dividendi. Insomma, una matassa complicata da sbrogliare.

Intanto i sindaci di Generali hanno detto la loro, ricordando appunto che dopo il primo comunicato al mercato dell’Eiopa (l17 marzo) contenente l’invito alle compagnie a seguire «prudenti politiche di distribuzione dei dividendi», non avevano espresso osservazioni alla decisione del consiglio (il 23 marzo) di confermare il dividendo nell’ammontare già comunicato al mercato (pari appunto 0,96 euro per azione) «anche con il supporto di verifiche di sostenibilità alla luce del quadro informativo disponibile». Poi però, il 30 marzo, si era aggiunto l’invito del regolatore nazionale (Ivass) ad assumere determinazioni in materia «con estrema prudenza». E infine Eiopa si è espressa nuovamente, il 2 aprile scorso, con un nuovo invito a «sospendere temporaneamente la distribuzione discrezionale del dividendo» e di adottare analogo approccio anche alle politiche di remunerazione variabile degli esponenti aziendali. Il pressing dei regulator ha così spinto il consiglio di amministrazione del gruppo triestino a convocare una nuova riunione. Il mercato e gli azionisti di Generali spingono per la conferma del dividendo anche perché a differenza dell’autorità bancaria europea, Ivass e Eiopa non hanno vietato cedole ma hanno chiesto alle compagnie di motivare dettagliatamente l’eventuale scelta di pagarle. Generali, dalla sua, ha un Solvency robusto (200% lo scorso 6 marzo), piuttosto resistente alla volatilità dello spread (la crescita di 100 punti base provoca un calo di circa 15 punti) e nei giorni scorso BofA ne ha sottolineato la qualità del capitale mentre gli analisti di Rbc hanno sottolineato di aspettarsi un dividendo dalle assicurazioni, viste le differenze con le banche. (riproduzione riservata)

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