Ieri il titolo è salito del 2,06%. Gli analisti e il mercato hanno decisamente apprezzato la scelta di Generali Assicurazioni, annunciata il 10 aprile, di confermare il dividendo di 0,96 euro per azione, suddiviso in due tranche: 0,50 euro pagabili a maggio e il resto di 0,46 euro entro fine anno ma soggetto a verifica del cda sulla sussistenza dei requisiti patrimoniali e regolamentari. La compagnia non ha certo problemi di solvibilità, con il Solvency II che lo scorso 6 marzo era al 200%, e in cassa ha anche 3 miliardi a disposizione per le acquisizioni utili ad accelerare la crescita. Ovvio quindi che gli investitori abbiano gradito la mossa, ma la scelta di Generali, come quella delle altre compagnie europee, è legata a filo doppio a un’altra partita: la discussione aperta in seno all’Eiopa (l’authority che raggruppa le Ivass europee) per ammorbidire le regole di Solvency II alla luce dell’alta volatilità che l’emergenza sanitaria sta creando sui mercati. Aprendo alla revisione l’autorità aveva chiesto alle imprese la massima prudenza, invitandole a non distribuire i dividendi. La tedesca Allianz non li ha ascoltati e ha confermato la cedola, Axa ha rinviato la decisione e Generali, come accennato, ha agito in due tempi. A differenza di Unipol, che almeno per ora ha tenuto in casa la liquidità dando il via alla cedola di UnipolSai ma non della capogruppo. Resta da capire che ricadute avranno queste scelte sul tavolo Eiopa che si riaprirà la prossima settimana. (riproduzione riservata)

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