di Anna Messia
Un colpo al cerchio e uno alla botte. Il gruppo Unipol esce dalla diatriba dividendi con una soluzione che tenta di accontentare tutti: Unipol Sai ha confermato la cedola che era stata annunciata al mercato nelle scorse settimane, pari a 0,16 euro per azioni, che rappresenta una crescita dell’10% rispetto a un anno fa. Mentre Unipol Gruppo ha deciso di attenersi strettamente alle richieste arrivate nei giorni scorsi dell’Ivass, che aveva invitato le compagnie alla massima prudenza, viste le incertezze determinate dal coronavirus. La capogruppo ha così sospeso la proposta di distribuzione del dividendo all’ordine del giorno dell’assemblea degli azionisti convocata per il 30 aprile che era stato fissato a 0,28 euro, che avrebbe rappresentato un incremento del 58% rispetto agli 0,18 euro dello scorso anno. Per ora tutti gli azionisti della holding, compresa Coop Alleanza 3.0, che della società detiene il 22,25% e Holmo (6,665%) restano quindi a bocca asciutta visto che l’intenzione del consiglio di amministrazione è di proporre all’assemblea di Unipol l’assegnazione a riserva dell’utile 2019. Una mossa che farà crescere il Solvency ratio consolidato di Unipol Gruppo dal 31 dicembre 2019 dal 182% (con un eccesso di capitale, rispetto al Solvency capital requirement, di 3,5 miliardi circa) al 187% (con un eccesso di capitale di 3,7 miliardi circa). Ma più che di un congelamento definitivo si tratta, anche in questo caso, di un possibile rinvio. «Il consiglio di amministrazione si è comunque riservato, non appena ricorreranno le condizioni, passata l’attuale situazione di emergenza in cui si trova l’intero Paese, di convocare un’assemblea dei soci per dare esecuzione alla distribuzione di riserve di utili entro l’esercizio 2020, al fine di consentire ai propri azionisti di beneficiare della creazione di valore generata dal gruppo Unipol», hanno fatto sapere da Bologna. Insomma, tutto è rimandato tra qualche mese, quando la situazione economica e gli effetti sui mercati finanziari del coronavirus saranno più chiari. Intanto, gli azionistri di Unipol Sai, controllata all’82,17% dalla stessa Unipol Gruppo, sono stati accontentati. «La decisione è stata assunta tenuto conto dell’elevata solidità patrimoniale della compagnia visto che al 31 dicembre 2019, il Solvency ratio individuale è pari al 284%, con un eccesso di capitale di 5,3 miliardi circa, già dedotto il dividendo 2019, che la pone ai massimi livelli nazionali», hanno aggiunto dal gruppo guidato da Carlo Cimbri. Lo stop alle cedole di Unipol Gruppo non è stata l’unica mossa decisa dal gruppo per rispondere alla richieste dell’Ivass di mettere fieno in cascina per affrontare un periodo che si preannuncia incerto. L’organo amministrativo di Unipol Gruppo ha deliberato di sospendere ogni valutazione in merito al riconoscimento della remunerazione variabile di competenza dell’esercizio 2019 per tutto il personale dirigente del gruppo, compreso lo stesso amministratore delegato, anche questo chiesto da Ivass e dall’Eiopa. Ma pure in questo caso la scelta non è definitiva. Da Bologna hanno infatti chiarito di aver rinviato qualsiasi decisione in merito ad una successiva riunione consiliare, da fissarsi nei prossimi mesi tenuto conto dell’evoluzione del contesto generale. Proprio ieri sera da Eiopa hanno intanto dato una stretta ulteriore chiedendo dalle compagnie di «sospendere temporaneamente tutte le distribuzioni discrezionali di dividendi e i riacquisti di azioni propri», aggiungendo che chi deciderà di pagare cedole, dovrà spiegarne le ragioni ai regolatori nazionali. La prossima a dover chiarire le sue mosse sarà Generali. Anche in questo caso la solidità patrimoniale resta alta ma la decisione andrà contemperata con le richieste Ivass. (riproduzione riservata)
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