di Paola Valentini

Lo shock provocato dall’epidemia ha stravolto anche il modo di risparmiare. L’approccio alla finanza personale è più difficile da rilevare perché ancora sotto traccia, ma si presentano come altrettanto incisive. E capirle il prima possibile è fondamentale perché è opportuno che da queste partano gli intermediari, banche, reti, compagnie di assicurazione e società di gestione per impostare fin da subito la strategia migliore da attuare per affrontare un mercato, quello della gestione del risparmio, che è sempre più competitivo vista la compressione dei margini. Un buon punto di partenza in questo senso arriva dalla Cina, dove il 74% della popolazione ha in programma di aumentare i propri risparmi dopo l’epidemia di coronavirus secondo i dati raccolti da LearnBonds. Inoltre quasi la metà prevede di modificare il portafoglio di investimenti per renderlo più prudente (51%) e il 64% ritiene che sottoscriverà polizze sanitarie o previdenziali. Prima del coronavirus i cinesi indicavano quale motivo principale per risparmiare denaro l’obiettivo di fornire ai genitori una vecchiaia più confortevole, come emerge dal Fidelity International e Ant Fortune 2019 China Retiness Readiness Survey. Un altro 64% degli intervistati puntava a garantire un’istruzione dignitosa per i bambini. Investire nella propria attività professionale e avviare un’attività in proprio era un altro fattore comune nell’elenco delle priorità finanziarie per il risparmio. Inoltre più del 45% risparmiava per le proprie pensioni.
Tuttavia un sondaggio di Statista e The Economic Observer ha rivelato che l’epidemia di coronavirus ha cambiato le preferenze di investimento dei cittadini del gigante asiatico. E c’è stata una sorta di polarizzazione, perché è emerso che durante il picco dei contagi da una parte i risparmi hanno premiato forme di parcheggio della liquidità nei conti bancari (30%) e, dall’altra, in strumenti di investimento diversificati come i fondi (43%); in entrambi i casi la motivazione che accomuna le scelte di accumulazione è quella della prudenza. Le interviste sono state condotte online tra l’11 e il 24 febbraio in 28 province inclusa Hubei, la cui capitale Wuhan è stata l’epicentro da cui è partita l’epidemia. Seguono le azioni con il 25%, i titoli di stato, l’oro e altri metalli preziosi con il 25% il 12% a testa. Il sondaggio indica che negli ultimi tre mesi pochi investitori cinesi hanno avuto ancora meno interesse a mettere i loro contanti in valuta estera (7%) e nel mercato immobiliare (7%).
I dati di Statista segnalano che queste tendenze continueranno. Insieme all’aumento dei risparmi e al cambiamento dei portafogli di investimento la maggior parte dei risparmiatori cinesi prevede di acquistare ulteriori polizze assicurative dopo l’epidemia di coronavirus: oltre il 75% degli intervistati ha indicato l’assicurazione come principale priorità finanziaria per il futuro. Intanto il 42% punta, nel post crisi, a risparmiare più denaro per lasciarlo nei conti bancari e il 32% preferisce la diversificazione dei fondi. In coda le azioni (14%) e l’oro (10%), tra gli asset preferiti d’ora in poi. (riproduzione riservata)

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