di Anna Messia

Il coronavirus ha colpito l’industria del credito assicurativo come una meteorite. La definizione è di Oliver Baete, amministratore delegato di Allianz (gruppo che controlla Euler Hermes, leader mondiale dell’assicurazione del credito), che in una recente intervista a Bloomberg ha benedetto l’intervento del governo tedesco che ha aperto un paracadute sulle società di credit insurance. Le probabilità di fallimenti sono aumentate e, senza una garanzia pubblica, il rischio è la paralisi del mercato dell’assicurazione del credito con un effetto-domino sull’economia. Per questo motivo l’Ania ha aperto un tavolo con il governo per replicare in Italia soluzioni già sperimentate da altri Paesi europei, a partire dalla Germania appunto e dalla Francia. Sul tema è intervenuta ieri anche Assiteca, il più grande broker assicurativo italiano quotato all’Aim e leader nel ramo crediti commerciali, lanciando un appello al governo per sopperire alla riduzione della capacità di copertura degli assicuratori del credito, che svolgono un ruolo cruciale a supporto delle attività commerciali delle aziende. «Tra i molteplici e preoccupanti effetti economici del Covid-19 in Italia stiamo rilevando una rapida contrazione della capacità assuntiva delle compagnie assicurative che operano nel ramo crediti commerciali», ha dichiarato il presidente di Assiteca, Luciano Lucca, e l’elevato numero di riduzioni o cancellazioni relative alle coperture precedentemente concesse sta causando ulteriori difficoltà alle imprese». Senza l’ombrello pubblico, che funziona da stabilizzatore dei risultati economici e tecnici, le compagnie di assicurazione del credito sono obbligate a ribilanciare la qualità dei portafogli rischi, effettuando riduzioni e cancellazioni di affidamenti, con conseguente riduzione di coperture per le imprese assicurate paragonabili o superiori a quelle sperimentate durante la crisi del 2008-2009. «Il governo tedesco ha imparato da quell’esperienza e si è mosso prontamente», ha aggiunto Baete. Ora tocca all’Italia evitare che il Covid-19 determini il crollo della fiducia tra aziende, innescando un effetto-domino di default dovuti ai mancati incassi sui crediti commerciali, con la necessità di richiedere pagamenti anticipati per le forniture e l’ulteriore deterioramento della posizione di liquidità. Il risultato finale sarebbe la perdita di posti di lavoro e la contrazione del pil, con minori entrate tributarie. Un disastro, insomma, che sia gli operatori sia il governo vogliono evitare, ma bisognerà fare i conti con le risorse a disposizione. In Germania, dove il mercato vale 400 miliardi (la metà in mano a Euler Hermes), esecutivo e assicuratori hanno firmato un accordo in base al quale il governo federale garantirà gli indennizzi degli assicuratori del credito per un valore di 30 miliardi. In Francia, dove il mercato vale 700 miliardi, è stata prevista una copertura aggiuntiva concessa dagli assicuratori del credito e controgarantita dal governo francese, con un intervento di 12 miliardi. In Italia il mercato vale 250 miliardi ed è in mano a quattro operatori (Euler, Coface, Atradius e Sace Bt), che forniscono copertura diretta a circa 15 mila imprese. (riproduzione riservata)

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