Il traffico aereo mondiale è letteralmente crollato a causa del coronavirus.

Le compagnie aeree hanno subito un tracollo dei ricavi a causa della pandemia che ha portato al blocco dei viaggi in tutto il mondo.

L’associazione internazionale delle compagnie aeree (Iata) ha osservato come si siano prima fermate le rotte chiave in Asia, generando di riflesso evidenti conseguenze su tutta la rete globale del trasporto aereo, anche in quei Paesi ancora senza gravi focolai di Covid-19. Una situazione che ovviamente si riverbera anche sul mondo delle assicurazioni.

La società di brokeraggio americana Arthur J. Gallagher & Co. ha fatto una prima analisi della situazione. Complessivamente il valore assicurato degli aerei delle flotte di tutto il mondo è superiore ai 160 miliardi di dollari. Singapore risulta essere lo scalo con il più alto numero di aerei fermi (205), seguito dall’aeroporto di Hong Kong con 178 aerei.

A Madrid ci sono 158 aerei a terra, ma solo 40 a New York e altri 20 aerei nei principali aeroporti del mondo.

Nel report di Arthur J. Gallagher si legge che “stiamo assistendo a un qualcosa di drammatico, con il divieto degli spostamenti aerei di portata molto maggiore di quanto visto in seguito agli attacchi dell’11 settembre e questo provoca una situazione di caos senza precedenti”. AJG sottolinea come le restrizioni riguardino il 98% delle entrate complessive dei viaggi con passeggeri.

Complessivamente, l’impatto finanziario è stimato in circa 252 miliardi di dollari, ma la situazione è destinata a trascinarsi anche dopo la fine dell’emergenza sanitaria, in quanto servirà del tempo per riaccendere l’interesse verso i viaggi aerei e al momento non è dato sapersi quale sarà la reazione delle persone.

Inevitabilmente, anche le compagnie aeree avranno bisogno di essere sostenute. “Il mercato assicurativo svolge un ruolo determinante nel mondo dei viaggi e dovremo collaborare con altri operatori come ad esempio le banche per aiutare le compagnie aeree, per quanto ragionevolmente possibile”.

Per quanto riguarda le prospettive del comparto assicurativo aviation, i tassi medi per i rinnovi del primo trimestre hanno registrato un incremento nella maggior parte dei segmenti ed è improbabile un cambio di questo trend. “Gli underwriter considerano questa emergenza come una sfida a sé stante rispetto agli obiettivi di conseguire un pricing adeguato sul lungo periodo ed è pertanto improbabile una riduzione degli attuali livelli dei tassi per i rinnovi del 2020”.

coronavirus