La battaglia in Essilor Luxottica naturalmente non impedisce (e tantomeno lo ha fatto in passato) a Leonardo Del Vecchio di muoversi, e crescere, anche su altri fronti. Il suo patrimonio del resto, oltre che enorme, ha un secondo importante pilastro nel mattone, mentre in termini di partecipazioni strategiche vede incursioni anche nei settori bancario e assicurativo. Sempre con la Francia, evidentemente partner d’elezione, oltre che la proprietà del colosso dell’occhialeria attraverso la cassaforte di famiglia Delfin condivide anche quella di un gigante del real estate come Covivio (nato dalla fusione tra Fonciere des Regions e Beni Stabili, quest’ultima portata in dote dallo stesso Del Vecchio), e di cui ora con il 27% detiene la quota di controllo.
Dopo il flop con Deutsche Bank, Commerz torna sul mercato e finisce nel mirino delle grandi banche europee. Per gli analisti sarà la prima tappa di una nuova stagione di aggregazioni. Ecco chi è pronto a muovere le truppe
Jean Pierre Mustier sta seguendo con grande attenzione l’evoluzione della partita Commerzbank . L’amministratore delegato di Unicredit avrebbe affidato il dossier al suo fidato collaboratore Olivier Khayat, recentemente nominato co-ceo Commercial Banking Western Europe, che nelle ultime settimane si sarebbe spesso recato in Germania per monitorare la situazione e coltivare un’ampia rete di relazioni nell’establishment finanziario. Al lavoro ci sarebbe anche Andrea Maffezzoni, head of strategy e mergers and acquisitions (m&a), riservatissimo regista di molte delle ultime operazioni straordinarie del gruppo.
Lunedì 29 aprile si prevede che finalmente il Consiglio dei Ministri deliberi i pareri sulle nomine al vertice della Banca D’Italia decise dal consiglio superiore dell’istituto il 28 marzo: Fabio Panetta direttore generale e Daniele Franco e Alessandra Perrazzelli vicedirettori generali. A queste delibere si aggiungerebbe il parere sulla nomina di Luigi Federico Signorini varata da Palazzo Koch ben oltre due mesi fa. Ma non è detto che lunedì la decisione sarà sicuramente adottata, considerate le numerose previsioni finora formulate e poi regolarmente smentite dai fatti. Che il Consiglio dei ministri nella seduta di mercoledì 24 aprile decidesse alcune nomine pubbliche ma non esaminasse e deliberasse il parere sulle nomine al vertice della Banca sarebbe stato difficile prevedere, pur conoscendosi le prove di arroganza mista a una irresponsabile sottovalutazione date dall’esecutivo sull’argomento.
Investire oggi per poter andare prima in pensione domani. È questo lo scambio proposto dalle forme di riscatto della laurea che sono oggi disponibili in Italia. D’altronde negli ultimi anni è emerso sempre più chiaramente come il risparmio, uno dei punti di forza degli italiani, svolgerà sempre più un ruolo-chiave in termini di welfare. Gli anni in cui lo Stato poteva curare i cittadini «dalla culla alla tomba» sono ormai lontani, per cui è importante pensare fin da ora a come garantirsi un buen retiro economicamente sereno. In ballo infatti non c’è solo quando si potrà dire addio al lavoro, ma anche con quale assegno. Il tutto poi va confrontato i costi dell’operazione.
Nel mondo dei megatrend una delle poche certezze è il continuo fioccare di novità e sorprese. Una delle più recenti e senza dubbio innovative riguarda la pet economy, ovvero l’economia legata agli agli aninali domestici, un settore sul quale gli asset manager iniziano a puntare con interesse. La tendenza, per quanto agli albori, può non stupire dato che attualmente Fido & co sono considerati a tutti gli effetti membri della famiglia, compagni di vita, amici e possono persino offrire un sostegno psicologico. Non sorprende quindi che in Germania il 65% della popolazione abbia comprato un regalo di Natale per il proprio amico a 4 zampe, ma è solo uno degli esempi della crescente propensione a spendere per l’alimentazione, e più in generale per il benessere degli animali domestici. Tanto che, ad esempio, lo scorso 5 novembre, ProShares ha lanciato negli Usa un Etf (Pet Care) comprendente titoli come Idexx, Dechra, PetMed Express e altre 20 società correlate a questo business.

  • Deutsche-Commerz a caccia del piano B dopo il no al merger
Archiviata la fusione, Deutsche bank e Commerzbank hanno affrontato da sole il mercato ieri con un prevedibile esito in Borsa in direzioni nettamente opposte: DB ha chiuso perdendo il 2,44% a 7,35 euro dopo aver toccato un minimo a 7,18 (-4,1%) mentre Commerz è schizzata fino a +4% per terminare la seduta a 7,91 euro con un rialzo del 3,55%. Su Deutsche bank hanno pesato i risultati del primo trimestre 2019, emersi in chiaro scuro: l’utile netto di 201 milioni di euro, grazie al contenimento dei costi, riflette un ROTE netto del 3,6% che è modesto ma buono (il ceo Christian Sewing parlando ieri mattina con gli analisti ha rimarcato che è nella traiettoria per poter raggiungere il target del 4% promesso per quest’anno,anche se contro il consensus del mercato) ma i ricavi hanno deluso perché sono calati lievemente a 6,35 miliardi da 6,98 miliardi e nell’outlook non sono più previsti in aumento ma stabili; inoltre l’attività di CIB ha sofferto con una netta contrazione delle attività di sales e trading in fixed income ed equity (-18% circa) e il leverage ratio è sceso invece di salire (sul quale pesano 20 punti base in più per possibili nuovi requisiti prudenziali).

  • Dal Crédit Agricole la polizza per sharing, bike e cyber
È forte l’impatto dei cambiamenti del tessuto sociale e produttivo sul mercato assicurativo, chiamato a confrontarsi con la necessità di dare vita a linee di prodotto misurate sulle esigenze di un’utenza sempre più digitale e attenta alla sostenibilità ambientale. A porre l’accento sul futuro delle compagnie assicurative è Deloitte, con il “2019 Insurance Industry Outlook”. Convenienza e personalizzazione: questi i termini che meglio esprimono le aspettative della nuova clientela, con confini che sfumano tra polizze personali e commerciali a favore di nuovi modelli ibridi. La possibilità di gestire autonomamente la propria copertura è una delle tendenze emergenti con le quali confrontarsi. A queste esigenze alcune compagnie rispondono acquisendo o stringendo partnership con startup innovative, come nel caso di Munich Re e Bought by Many.
  • Iorp2 e i costi per i fondi Come cambia la previdenza
«Il principio di proporzionalità non vuol dire che alcuni fondi pensione siano esenti dalla direttiva europea Iorp2». Lucia Anselmi è il direttore generale della Covip, l’authority di vigilanza dei fondi pensione italiani e al recente Salone del Risparmio di Milano, nel corso di un convegno sulla Iorp2, è stata molto netta: la direttiva europea (recepita dal decreto legislativo 147/2018) che modifica la “riforma Maroni” del 2005, va applicata da tutti i fondi pensione ovviamente tenuto conto del differente peso soprattutto in termini di iscritti e di peso patrimoniale. Tutto è previsto, nero su bianco, nelle pagine del provvedimento Covip di applicazione della normativa Ue e il documento è in consultazione fino al 13 maggio sul sito dell’authority.