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Mario Draghi invita l’Italia a perseguire gli obiettivi di crescita senza causare un aumento dello spread. Ieri il presidente Bce è intervenuto al termine di un Consiglio direttivo nel quale la banca centrale non ha varato nuove misure, ma ha confermato di essere «pronta a definire tutti gli strumenti» necessari per riportare l’inflazione vicino ma sotto al 2%. «È abbastanza chiaro che la priorità è spingere la crescita e l’occupazione e l’Italia sa come farlo», ha detto Draghi rispondendo a una domanda sulla revisione al ribasso delle stime nel Def. «È molto importante che queste priorità siano perseguite senza causare un aumento dei tassi (sui titoli di Stato, ndr) perché altrimenti ci sarebbe un effetto di contrazione» del pil. «Questo dovrebbe essere l’obiettivo della politica economica» in Italia. Il rischio indicato da Draghi è che il deterioramento dei conti pubblici, anche se legato a misure per la crescita, possa aumentare la sfiducia dei mercati e il costo del debito: così sarebbero vanificati gli interventi espansivi.

Anche nella sanità il digitale porta all’abbattimento di confini. E’ proprio il mercato che spinge a sviluppare medicinali e tecnologie innovative, perché a mangiar poco e bene non si arricchiscono imprese farmaceutiche, biomedicali ed assicurative. Con digital healthcare si intende un insieme di tecnologie che hanno lo scopo di personalizzare le attività di diagnostica e di controllo delle condizioni del paziente. Si va dai wearable come Fitbit che consentono di monitorare movimento, calorie, ore di sonno, all’utilizzo di intelligenza artificiale per accelerare lo sviluppo delle nuove molecole farmacologiche. Effetto collaterale della democratizzazione della medicina attraverso il digitale è che proviamo a curarci con Google, o peggio mettiamo in dubbio le raccomandazioni dei medici andando a compromettere la salute nostra e dei vicini, come nel caso dei vaccini.
È partito con l’assegno di aprile il ricalcolo dell’importo delle pensioni, tagliate dal nuovo sistema di perequazione introdotto dalla legge di Bilancio 2019. Il recupero degli importi erogati da gennaio e marzo e non dovuti per effetto della disciplina più restrittiva saranno recuperati invece in un momento successivo poiché «in ragione del sovrapporsi di elaborazioni massive relative all’attuazione delle riforme legate al decreto legge 4 del 2019, in particolare alle operazioni legate a pensione «quota 100» ed al reddito e pensione di cittadinanza» non è stato ancora possibile effettuare il conguaglio.

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  • La vittoria su Big Pharma della “ragazza di Brest”
Per anni ha condotto una battaglia solitaria contro la nomenclatura medica, portando alla ribalta le vittime invisibili, denunciando le trame di lobby farmaceutiche e rompendo il muro del silenzio tra le autorità. «Ora finalmente tutti sanno che avevo ragione» dice Irène Frachon, 56 anni, pneumologa bretone che ha scoperchiato nel 2009 uno dei più grandi scandali sanitari francesi, quello del Mediator, farmaco per diabetici prescritto per 30 anni a milioni di pazienti per dimagrire e togliere il senso di fame. Ora che il laboratorio Servier sta versando risarcimenti milionari — 114,2 milioni di euro a oltre 3mila vittime — tutti descrivono Frachon come un’eroina. Ma non è sempre stato così. Nel 2010 quando pubblicò il suo libro-denuncia, Mediator 150mg, Quanti morti?, l’azienda francese Servier tentò di bloccarne l’uscita.

  • F-35 si schianta nel Pacifico, pilota disperso
Un caccia nella versione A dell’aviazione di Tokyo è precipitato nella serata di martedì al largo della costa nord-orientale del Giappone. Il pilota è disperso. L’aereo era impegnato in una missione di addestramento al largo dell’arcipelago quando è scomparso dai radar della base di Misawa, nella prefettura di Aomori. Le cause del disastro, ha detto il ministro della Difesa giapponese Takeshi Iwaya, non sono ancora note. Il ministero della Difesa di Sua Maestà britannica ha annunciato che dopo il disastro farà una serie di controlli sull’intera flotta degli F-35. Per il controverso caccia Joint Strike Fighter l’incidente in Giappone non è il primo disastro: nel settembre scorso un F-35 della versione B (quella a decollo corto e atterraggio verticale, acquistata anche dall’Italia), è precipitato per cause da chiarire in South Carolina vicino alla base aerea di Beaufort, del corpo dei Marines. In questo caso, però, il pilota è riuscito a lanciarsi con il seggiolino eiettabile ed è atterrato senza ferite. L’aereo (il cui costo è attorno ai 120 milioni di euro) è andato distrutto.

Generali rilancia sul risparmio: un miliardo su Threesixty Sgr

Generali si prepara a crescere ancora nell’asset management. E secondo quanto ricostruito da Il Sole 24 Ore lo farebbe siglando un patto con alcuni ex manager Pioneer. In particolare, il gruppo assicurativo avrebbe stretto un’alleanza con Giordano Lombardo, ceo di Pioneer fino al momento dell’integrazione con Amundi, attraverso una sgr, Threesixty Investments, di cui il Leone sarà azionista di maggioranza. Sul modello, di fatto, di quanto già realizzato a New York con Peter Kraus. E infatti come Kraus guiderà l’iniziativa negli Usa per la quale la compagnia italiana ha messo a disposizione fino a 4 miliardi di dollari, così Lombardo dovrebbe tenere il timone di un progetto che dovrebbe coinvolgere altre tre ex leve Pioneer, ossia Mauro Ratto, Diego Franzin e Robert Richardson, e sul quale il gruppo assicurativo investirà fino a 1 miliardo di euro. Una somma importante per un piano che punterebbe a varcare anche i confini italiani per crescere in Europa, complice peraltro la lunga e specifica esperienza nel settore delle parti sedute attorno al tavolo.
  • Foti: «Fineco non guarda al dossier Kairos»
Finecobank non è interessata al dossier Kairos, la società di asset management milanese messa in vendita dalla svizzera Julius Baer. «Il dossier non è sul tavolo. Noi vogliamo crescere per via organica e non per linee esterne», ha precisato l’amministratore delegato di Fineco, Alessandro Foti, a margine dell’assemblea degli azionisti della banca. Interpellato sui target di raccolta di Fineco, Foti risponde che nel 2019 ci sarà una raccolta robusta: «Non diamo mai i target sulla raccolta, ma sarà robusta. Proseguirà il trend strutturale dell’anno scorso», quando la raccolta complessiva è stata di 6,2 miliardi di euro e quella della rete di 5,5 miliardi di euro. «Ci aspettiamo una crescita robusta», ha ripetuto più volte il manager, «i dati sul primo trimestre, in crescita, già confermano l’andamento positivo». Foti ha preannunciato che quest’anno «migliorerà il mix, ci sarà un maggiore gestito rispetto all’anno scorso». Fineco si aspetta inoltre che «il trend di crescita dei ricavi continui anche nel 2019», dopo i 628 milioni circa del 2018 (+7,1% annuo).