Il dg Agrusti offrirà ai soci il fondo Plurifond con commissioni rasoterra. L’iniziativa ha una valenza sociale e valorizza la mutua Intanto il ramo Vita è partito con un particolare sprint grazie soprattutto al nuovo accordo con Cassa Centrale
di Anna Messia

L’intenzione è far riscoprire agli assicurati il valore aggiunto di aver scelto una compagnia organizzata sotto forma di mutua e per questo Raffaele Agrusti, arrivato alla guida della trentina Itas a maggio 2017, dopo essere stato direttore finanziario della Rai e prima ancora dg di Generali Assicurazioni , si prepara a offrire ai soci l’iscrizione al fondo pensione aperto Plurifond con commissioni low cost. Lo strumento è quello dei benefici che Itas Mutua può riconoscere ai soci proprio perché organizzata sotto forma di mutua. Non ci sono dividendi da pagare agli azionisti ma si posso trasferire benefici crescenti ai soci-assicurativi, come avviene già oggi con Plurifond, che ha una commissione media dell’1,54%, tra le più basse del mercato.

L’intenzione è arrivare a più che dimezzare questi costi, man mano che gli utili della compagnia continueranno a crescere. Già quest’anno Itas Mutua è riuscita chiudere il bilancio 2018 con una raccolta premi complessiva di 1.446 miliardi, +26% sul 2017, con un risultato operativo di 32 milioni (sui 5 milioni dell’anno prima) e con un utile netto di 18,2 milioni, +54%. Il piano industriale triennale prevede di continuare a crescere per arrivare a 2 miliardi di premi e 100 milioni di risultato operativo (a metà tra danni e vita) entro il 2021, con un solvency II del 170% rispetto ai 140% di quest’anno. Il business plan prevede che una parte dell’utile dovrà essere utilizzato per migliorare la patrimonializzazione della compagnia ma ci sarà anche spazio per i benefici di mutualità e la priorità, spiega Agrusti, sarà appunto l’offerta a sconto della previdenza integrativa. «Spesso la mutua non è percepita come una società differente rispetto alle altre assicurazioni», dice Agrusti, «la nostra intenzione è trasferire agli assicurati benefici crescenti di mutualità in particolare per l’adesione al nostro fondo pensione aperto Plurifond, che risponde ad un bisogno sociale crescente». Il bacino potenziale è ampio considerando che i soci di Itas Mutua sono oggi più di 1 milioni e le iscrizioni al fondo pensione stanno già crescendo, arrivate oggi a 67 mila con masse gestite per 705 milioni. «Come sottolinea anche la Covip (la commissione di controllo sui fondi pensione, ndr) una commissioni dell’1% in 35 anni corrisponde a un taglio di circa il 20% della prestazione pensionistica finale», spiega Agrusti aggiungendo che l’intenzione «è arrivare ad offrire il fondo pensione aperto Plurifond, che sarà rivisto, con le più basse commissioni dell’intero mercato, tenuto anche conto che il ramo VI in cui è gestito il nostro fondo non assorbe sostanzialmente capitale». In questi mesi Itas Mutua dovrà lavorare anche per migliorare il combined ratio nel ramo danni, che a dicembre 2018 si attestava ancora al 100,2%, in miglioramento di 2 punti percentuali sul 2017 ma ancora in perdita. «L’obiettivo è di arrivare al 95% entro il 2021», dice ancora Agrusti, che punta anche sulla crescita del Vita grazie alla rinnovata alleanza con Cassa Centrale Banca, il gruppo nato dal riassetto delle banche di credito cooperativo e a un ritrovato interesse della rete agenziale. Già nel 2018 la raccolta netta Vita è di fatto raddoppiata da 208 a 416 milioni e «grazie anche al nuovo accordo con Cassa Centrale che prevede una modifica dell’offerta e buoni margini per Itas», conclude il direttore generale. (riproduzione riservata)

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