All’indomani dell’incendio che ha devastato quasi due terzi del tetto della cattedrale di Notre-Dame di Parigi, sono emerse le prime questioni sulle responsabilità.

Mentre la Procura della Repubblica di Parigi ha avviato un’indagine per incendio involontario, le cause dell’incidente rimangono ancora sconosciute.

Il pubblico ministero di Parigi, Remy Heitz, ha detto che non vi sono evidenze circa la dolosità dell’incendio e che si sta lavorando sull’ipotesi dell’incidente, le cui dinamiche sono tutte da ricostruire.

Intanto l’attenzione è puntata sulle aziende incaricate del restauro per il quale è stato installato un ponteggio da 500 tonnellate.

Secondo alcuni esperti di assicurazione edilizia, interrogati da L’Argus de l’assurance, la questione dell’assicurazione resterà secondaria nella misura in cui lo Stato, in quanto proprietario del monumento nazionale, coprirà i costi di ricostruzione grazie in particolare ai fondi raccolti.

Dalle prime osservazioni, sembra che i lavori di restauro non fossero ancora iniziati, ma solo l’impalcatura fosse in costruzione. Sono cinque le imprese che vi lavoravano. Sono state intanto avviate le interrogazioni ai lavoratori di queste imprese.

Nonostante non avessero iniziato i lavori anche le imprese incaricate del restauro potrebbero essere ritenute responsabili. Uno di loro,  il gruppo Le Bras Frères, viene dalla Lorena. In questa fase “si presume che l’impresa sul sito sia colpevole, a meno che non sia in grado di dimostrare che non lo è. La sua responsabilità è illimitata, ma d’altra parte la sua copertura assicurativa di responsabilità civile per danni agli edifici esistenti è spesso limitata a piccoli importi non correlati a potenziali richieste di risarcimento”, afferma uno specialista in assicurazioni edilizie (basandosi sull’articolo 1789 del codice civile, che disciplina la responsabilità dell’impresa) contattato da L’Argus. Le coperture danni esistenti, generalmente incluse nei contratti di responsabilità civile dei lavori, hanno limiti di risarcimento da 1 a 2 milioni di euro, molto marginali rispetto al costo colossale della ricostruzione, pari a diverse centinaia di milioni di euro.

Non è il primo monumento nazionale esposto agli incendi a causa di un progetto di restauro. E’ accaduto per esempio, sempre in Francia, al parlamento della Bretagna, al municipio di La Rochelle e alla cattedrale di Nantes. In tutti i casi, le imprese interessate sono state chiamate a contribuire entro i limiti delle garanzie previste dal contratto, “che in genere non si spinge molto lontano, dati gli importi in questione”.

Intanto Axa France ha confermato di essere l’assicuratore di due imprese per la responsabilità civile: Le Bras Frères  e Europe Echafaudage. “L’indagine è in corso per capire le cause di questo incendio e tutte le squadre Axa stanno cooperando pienamente con i servizi statali. Ora bisogna avere pazienza e lasciare che gli specialisti lavorino”, ha dichiarato la compagnia.

Per quanto riguarda la questione del risarcimento per le opere d’arte danneggiate, l’opera degli esperti è solo all’inizio. Secondo le prime stime, è stato danneggiato o distrutto dal 5 al 10% delle opere. Tuttavia le reliquie sacre (corona di spine, chiodi della croce….) poste sotto copertura non costituiscono di per sé “proprietà assicurabili”.
La Mutuelle Saint-Christophe, che funge da assicuratore dell’Associazione Diocesana di Parigi, sta analizzando la sua esposizione in considerazione del particolare contesto del sito. “Le opere d’arte non appartengono interamente alla Diocesi. In questo caso specifico, diverse associazioni (associazioni di restauro e conservazione dell’arte) ne sono proprietarie. Ciascuno ha il proprio contratto di assicurazione, alcuni dei quali li coprono sulla base del valore che deve essere dichiarato da un esperto”.

Oltre alla Mutuelle Saint-Christophe, Axa Art assicura anche alcune reliquie (escluse le grandi opere) e oggetti liturgici (candelabri…).

Di fronte a disastri di questa portata, la politica dello stato francese è di sostenere il costo della ricostruzione di monumenti storici. La cattedrale di Notre-Dame è classificata come monumento storico dal 1862 e, come tutte le proprietà appartenenti allo stato, è autoassicurata dallo Stato, quindi Axa non è l’assicuratore del monumento.

Il presidente Emmanuel Macron ha già anticipato il lancio di una raccolta fondi per ricostruire la cattedrale, simbolo di Parigi. Molte delle principali aziende francesi hanno già detto di essere disponibili a versare ingenti somme per la ricostruzione.

Mentre grandi aziende come LVMH e la famiglia Arnault si sono impegnate a fare una donazione di 200 milioni di euro, gli operatori assicurativi e bancari si stanno mobilitando per dare il loro contributo al processo di ricostruzione. Il Crédit Agricole Ile-de-France annuncia una donazione di 1 milione di euro. Groupama, dal canto suo, offrirà le 1300 querce secolari necessarie per ricostruire la struttura della cattedrale.
Robert Leblanc, CEO di AON France, farà una donazione personale in qualità di Presidente della Fondation Avenir du patrimoine di Parigi, che mira a garantire la conservazione delle chiese di Parigi. “In circostanze eccezionali, risposta eccezionale”, dice.