Nuova batosta in tribunale per Monsanto (Bayer), sul caso relativo al diserbante Roundup, ritenuto potenzialmente cancerogeno.

Una giuria californiana ha stabilito che il gigante farmaceutico tedesco dovrà pagare 5 milioni in risarcimenti e altri 75 milioni in danni punitivi a Edwin Hardeman, che per 26 anni ha usato il prodotto  nella sua proprietà. L’uomo aveva accusato Monsanto perché riteneva che il diserbante fosse responsabile della sua malattia, un linfoma non-Hodgkin diagnosticato nel 2015. La giuria il 19 marzo gli ha dato ragione decidendo che l’erbicida è stato un “fattore significativo” nel provocare il tumore e trovando l’azienda responsabile di negligenza per non aver avvertito dei rischi del prodotto.

Una prima denuncia contro il Roundup aveva visto un tribunale sempre della California imporre lo scorso agosto danni iniziali per ben 289,2 milioni, poi ridotti dal giudice a 78,5 milioni.

Bayer e Monsanto continuano a negare ogni accusa. In un comunicato Bayer ha affermato che “questo verdetto non cambia il peso di oltre quarant’anni di ricerche scientifiche e delle conclusioni raggiunte da autorità di regolamentazione nel mondo che sostengono come i nostri erbicidi a base di glifosato siano sicuri e non carcinogeni”.

Tuttavia i legali di Hardeman hanno presentato documentazione che a loro avviso mostra come Monsanto avrebbe cercato di influenzare indebitamente ricercatori, authority e opinione pubblica.

Nuovi casi che vedranno impegnato Bayer-Monsanto in tribunale sono vicini: un terzo processo, ancora in California, inizia in questi giorni, altri due in Missouri sono in programma in autunno ed entro fine anno.