Cimbri: prima di pensare all’accorciamento occorre trovare la sposa per la banca. L’obiettivo è fonderla. con un istituto che abbia già fatto pulizia sugli npl. Su Bper l’ad è pronto anche a sostenere un eventuale aumento di capitale, purché ci sia con una valida prospettiva
di Anna Messia
Il gruppo Unipol non sta lavorando ad alcun accorciamento della catena di controllo, neppure dopo che le attività assicurative sono state di fatto tutte accentrate in Unipol Sai. Prima resta da sistemare la questione Unipol Banca: l’obiettivo ultimo è fonderla in un altro istituto, purché si tratti di una banca che ha già fatto pulizia di npl. Ma l’operazione non sembra imminente. Le linee guida del gruppo assicurativo di Bologna per i prossimi mesi sono state tracciate ieri dal group ceo, Carlo Cimbri, durante i lavori dell’assemblea Unipol Sai, chiamata ad approvare il bilancio 2017. «Vi posso garantire che non vi è alcun progetto in merito all’accorciamento della catena del gruppo perché non ve ne è alcuna necessità», ha detto ieri Cimbri sottolinenando che l’argomento non si porrà fino a che la banca non uscirà dal perimetro del gruppo. E la soluzione per Unipol Banca non appare prossima, nonostante la manovra di profonda pulizia e riorganizzazione sia stata appena conclusa. La ristrutturazioneè stata completata lo scorso febbraio, con il via libera della Banca d’Italia che ha consentito l’avvio di Unipol Rec, la nuova società specializzata nel recupero delle sofferenze che ha pesato per 824 milioni sul risultato netto consolidato di Unipol : il 2017 si è chiuso infatti in perdita per il gruppo per 169 milioni proprio per gli effetti one-off riconducibili al piano di ristrutturazione del comparto bancario, senza il quali ci sarebbe stato un utile di 655 milioni.
Si è trattato di un’operazione ad hoc che ha visto dal 30 giugno 2017 un aumento degli accantonamenti per sofferenze all’80%, un accantonamento al 40% sulle inadempienze probabili e al 15% degli scaduti. «Tutto ciò», ha spiegato il direttore generale di UnipolSai , Matteo Laterza, «ha comportato rettifiche lorde su Unipol Banca per circa 1,6 miliardi e conseguentemente la svalutazione da parte di UnipolSai della partecipazione in Unipol Banca per circa 100 milioni». Non solo. Per riportare gli indici di patrimonializzazione sui livelli precedenti a quelli di attivazione di queste coperture, la banca è stata ricapitalizzata per circa 900 milioni di (la quota parte di UnipolSai è stata di 380 milioni mentre Unipol è intervenuta con 519,7 milioni) ed è stata successivamente creata la società per il recupero delle sofferenze (Unipol Rec appunto) frutto di una scissione parziale proporzionale di un compendio di circa 2,9 miliardi di sofferenze lorde coperte all’80% per un valore netto complessivo di circa 600 milioni (300 di capitale e la parte restante di finanziamento erogato pro quota da Unipol gruppo e UnipolSai di circa 127 milioni)», ha aggiunto Laterza.

Unipol Banca, insomma, si è fatta bella ed è pronta per le nozze ma trovare un partner non sarà facile e neppure rapido. «La soluzione di prospettiva per Unipol Banca è aggregarla a un gruppo bancario che abbia una valida prospettiva industriale, non la vendita cash per cash. Ci interessa dare una prospettiva alla banca, alle strutture territoriali e alle persone che ci lavorano», ha detto Cimbri aggiungendo che «possibili operazioni straordinarie non sono alle viste al momento, anche perché quest’anno sarà usato per incrementare ulteriormente i livelli delle coperture».
Per quanto riguarda Bper , di cui Unipol controlla il 10%, il ceo assicura massima fiducia e supporto all’istituto nel piano di riduzione dei non performing loan aggiungendo che non sarebbe un’eredità sostenere un eventuale aumento di capitale a fronte di una valida prospettiva industriale. «Ci aspettiamo che diventi una banca sempre più profittevole e pulita dai crediti deteriorati», ha detto.

Intanto Unipol , per il secondo anno consecutivo, è risultata la prima azienda italiana per reputazione nel settore finanziario (bancario e assicurativo) secondo la classifica 2018 Italy RepTrak® (indice presso l’opinione pubblica) diffusa ieri da Reputation Institute. (riproduzione riservata)

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