Quest’anno la spesa sanitaria privata supererà quota 40 miliardi. Con un premio massimo di 2.750 euro una famiglia può assicurarsi per affrontare ricoveri, diagnosi, visite specialistiche
di Andrea Pira
Trascorrere una vita sana e longeva prima di tutto, anche dei soldi. Non è un caso che la salute stia salendo in cima alla preferenze di quanti guardano a investimenti a lungo termine, ossia con un orizzonte oltre i 30 anni. Considerazioni che vanno lette in parallelo alla crescita, anche se ancora ridotta rispetto ad altri Paesi europei, delle polizze sanitarie. La spesa sanitaria privata continua a macinare progressi e stando alle ultime stime probabilmente quest’anno sforerà il tetto dei 40 miliardi di euro. Un italiano su due si cura pagando di tasca propria medici e accertamenti diagnostici. Un fenomeno destinato a non arrestarsi perché si interseca con il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione che porta con se la crescente cronicizzazione delle malattie ed una maggiore dipendenza dall’utilizzo dei farmaci.
«In questo contesto la sanità integrativa diviene sempre più necessaria per assicurare il finanziamento dei nuovi bisogni di cura degli italiani» commenta Marco Vecchietti, amministratore delegato di Rbm Assicurazione Salute, leader del settore delle polize sanitarie, che per MF-Milano Finanza ha realizzato una simulazione per districarsi tra le varie offerte in campo. Mettendo a confronto le prime cinque compagnie assicurative italiane emerge come la spesa per una famiglia possa partire da 475 euro per salire fino 1.400. Prendendo in considerazione una copertura che includa ricoveri, accertamenti diagnostici, analisi di laboratorio e visite specialistiche, il premio per il nucleo sale fino a oscilla invece da un minimo di 1.100 fino a 2.750 euro.

In generale, la sottoscrizione richiede un controllo medico prima della stipula del contratto. Al pari dei premi, assai variegato è anche il quadro dei massimali di copertura compresi in una forchetta che spazia dai 100 mila euro l’anno di UnipolSai e i 500 mila previsti da Generali e Cattolica, passando nella Top 5 per gli step intermedi di Rmb e Reale Mutua. Molto diversa a seconda della compagnia cui ci si affida è anche la possibilità di escludere o meno la protezione per le malattie pregresse, generalmente escluse se conosciute e non dichiarate.
«Purtroppo per troppo tempo la diffusione nel nostro Paese delle polizze sanitarie è stata frenata da persistenti pregiudizi di natura ideologica», ha aggiunto Vecchietti, «ma ora i cittadini stanno prendendo sempre più coscienza dell’utilità di questi strumenti e cercano di identificare i prodotti più adatti alle proprie esigenze. In quest’ottica sarebbe importante che le istituzioni promuovano un’adeguata informazione sul settore spiegando a tutti regole ed opportunità». (riproduzione riservata)
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