Sostituirà Colafrancesco, che voci di mercato danno in pole per la poltrona di ad di Bim. Molesini confermato ad e dg

di Claudia Cervini MF-DowJones
Ieri il cda di Intesa Sanpaolo , oltre ad approvare l’accordo con la scandinava Intrum sulla gestione degli Npl, ha indicato Paolo Grandi quale nuovo presidente di Fideuram-Intesa Sanpaolo private banking al posto di Matteo Colafrancesco, mentre Paolo Molesini è stato confermato ad e dg. È quanto si apprende da fonti finanziarie. Grandi (milanese, classe 1954) è stato nominato chief governance officer di Intesa Sanpaolo nel maggio 2013 e sovrintende, tra l’altro, alle segreterie degli organi del vertice. L’assemblea di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, chiamata ad approvare la nomina, è fissata per il 20 aprile. Dal canto suo Colafrancesco, stando ad alcune voci circolate nei giorni scorsi, è in pole position per la guida di Bim, dopo l’uscita dell’ad Giorgio Girelli, efficace da martedì 17. Trinity, società che fa capo al gruppo inglese Attestor, è ufficialmente socio di maggioranza di Bim, storica boutique di private banking a servizio di imprenditori e famiglie facoltose del Nord Italia. Ma dopo l’uscita di Girelli (efficace da ieri), è ancora senza un ad. Secondo quanto risulta a MF-DowJones il gruppo avrebbe dato mandato all’head-hunter Spencer Stuart di cercare una nuova figura. Al momento non sarebbe ancora stato trovato un nuovo ad e alla guida per ora resta il dg Stefano Grassi, che ha lavorato a contatto con Girelli e ha esperienza del private banking. Martedì, in seguito al cambio di proprietà della banca, è proseguito il riassetto della governance. Il cda di Bim ha preso atto delle dimissioni, oltre che di Girelli (anche da consigliere), di quelle dei membri Simona Heidempergher, Daniela Toscani, Maria Alessandra Zunino De Pignier e Alessandro Potestà a decorrere dal 26 aprile, data dell’assemblea. Il board parallelamente ha nominato per cooptazione David Alhadeff e Pietro Stella (indicati da Trinity). Girelli (per cui è previsto il pagamento, da contratto, degli emolumenti fissi già stabiliti sino alla scadenza dell’aprile 2019, per 480 mila euro) ieri avrebbe salutato la rete dicendo che, dopo aver messo la banca in sicurezza e averla consegnata a un nuovo azionista salvandola dal default, ha preferito uscire di scena, come accade nel mondo anglosassone in seguito a cambi di proprietà. Il piano di rilancio indicato da Attestor in una lettera di qualche mese fa alla rete sembra tuttavia coincidere con quello portato avanti dallo stesso Girelli. Così la rete si è interrogata sulle ragioni alla base dell’addio. Intanto martedì Trinity ha acquistato dalla Liquidazione coatta amministrativa (sotto cui erano finiti alcuni attivi di Veneto Banca compresa Bim) 107.483.080 azioni della banca pari al 68,807% del capitale a un prezzo iniziale di 0,22411 euro per azione Bim (cioè 24,1 milioni di euro). L’importo è stato girato da Trinity alla Lca; a ciò va aggiunto un earn-out, secondo contratto, di massimi 0,66833 euro per azione, per un prezzo massimo per azione di 0,89244 euro. Perfezionato l’acquisto del controllo, Trinity lancerà un’opa obbligatoria sulle altre azioni Bim. americano Cerberus.
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