Nella finanza italiana cominciano a farsi largo banchieri e assicuratori nati negli anni 70, che non necessariamente si sono fatti le ossa nei classici business delle polizze e del credito. Spesso sono ex consulenti, risk manager e operatori sui mercati

di Claudia Cervini

La scalata è cominciata. Nel Paese della terza età una nuova generazione di banker italiani si sta facendo strada. La lista dei quarantenni che ricoprono cariche di rilievo nei principali istituti italiani e in alcune banche di investimento sta progressivamente acquisendo consistenza. La strada del rinnovamento è stata imboccata e i presupposti per percorrerla fino in fondo non mancano. Spesso si tratta di professionisti, con una carriera consistente, che hanno acquisito competenze di prodotto e coltivato relazioni internazionali dopo aver maturato esperienze Oltreconfine. Altre volte il percorso di questi manager è più tradizionale: ha preso avvio all’interno del gruppo per poi sfociare in un ruolo apicale.

La nomina più recente è quella di Gian Maria Mossa, 42 anni, designato un paio di settimane fa nuovo ad di Banca Generali , dove ricopriva la carica di direttore generale da aprile 2016 (è nel gruppo dal 2013). Il nuovo ad si è fatto strada nel settore risk management & asset allocation poi nella direzione commerciale e marketing. Nel 2006 è entrato in Banca Fideuram con l’incarico di manager dello sviluppo prodotti assumendo posizioni di crescente responsabilità, fino a ricoprire la carica di responsabile della direzione marketing, sviluppo commerciale e private a diretto riporto del ceo.
Il caso di Banca generali non è isolato. Tra i big è Intesa Sanpaolo ad avere di recente ringiovanito le leve. E anche nella Ca’ de Sass una delle figure che sta acquisendo sempre maggior popolarità condivide con Mossa l’esperienza maturata nel commerciale e nel marketing. Si tratta di Stefano Barrese (romano, classe 70), responsabile della divisione Banca dei Territori da gennaio 2016. Barrese ha iniziato la carriera professionale nel 1995 in Arthur Andersen e ha proseguito in Erg Petroli; è entrato in Banca Intesa nel 1998 nel settore pianificazione e dopo la fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo Imi ha ricoperto diversi ruoli: da responsabile dell’ufficio Capital management della direzione pianificazione, capital management e controllo fino al passaggio alla Banca dei Territori avvenuto nel 2013 dove è diventato prima responsabile della direzione pianificazione e controllo di gestione e della direzione marketing e poi responsabile dell’area vendite e marketing. Un altro manager della primissima linea di Intesa è Mauro Micillo (di Desenzano, classe 70), responsabile divisione corporate e Investment Banking e ad di Banca Imi. Micillo ha iniziato la sua carriera prima in Fin-eco sim e poi in Imi Fideuram Asset Management; è passato poi a Fineco Investimenti sgr, dove ha ricoperto la carica di direttore degli investimenti obbligazionari. Nel 2000 è diventato cio (chief investment officer) di Banca Esperia e membro del cda di Duemme Hedge sgr. Nel 2002 è entrato nel gruppo Capitalia come direttore centrale della holding (responsabile della finanza del gruppo) e dal 2005 ha assunto gli incarichi di ad delle Sgr di gruppo. A fine 2007 è diventato vice-dg e cfo di Banca popolare di Vicenza. Ha poi raggiunto Intesa Sanpaolo nell’ottobre 2009 in qualità di ad e dg di Eurizon Capital Sgr, presidente di Eurizon Capital sa e di Epsilon Sgr.

Spostando l’attenzione verso i servizi per la gestione del patrimonio si incontra Fabio Candeli (44 anni), ad di Banca Profilo . Laureato in economia con lode all’Università di Torino, dal settembre 2005 al giugno 2007, ha fatto parte della squadra di Matto Arpe. È stato direttore centrale del Gruppo Capitalia, responsabile della Linea banche commerciali, competente per la gestione di Banca di Roma, Banco di Sicilia e Bipop Carire. È oggi partner del gruppo Sator e membro dei cda tra gli altri, di Sator Investments e di Banque Profil de Géstion. Sotto i 50 è anche Claudio Berretti, direttore generale e braccio destro di Gianni Tamburi nella banca d’affari Tip.

Nella lista dei top manager under 50 non mancano nemmeno i figli d’arte. In Banca Mediolanum il testimone è passato da Ennio a Massimo Doris, che ha sostituito il padre (oggi presidente dell’istituto) nel ruolo di ad e anche in quello di testimonial mettendo letteralmente il suo volto al servizio dello spot del cerchio, che rappresenta uno dei valori di Mediolanum : la banca costruita intorno al cliente. Doris è diventato ad della realtà fondata dal padre nel 2014, dopo una lunga gavetta sia all’interno dell’azienda (marketing, responsabile della rete di promotori, dg della controllata spagnola) sia all’esterno (sales assistant presso le banche d’affari Ubs, Merrill Lynch e Credit Suisse Financial Product a inzio carriera). Tra i principali collaboratori di Doris c’è Stefano Volpato, il direttore rete commerciale di Banca Mediolanum

Sorte simile per i due fratelli Jacobini, Gianluca (39 anni) e Luigi (43), figli di Marco, storico presidente della Popolare di Bari. I due banker sono rispettivamente condirettore generale e vice-direttore generale dell’istituto pugliese. Gianluca, dopo una laurea con lode all’università di Bari in Economia manageriale, e un’esperienza in McKinsey è entrato nel gruppo di famiglia come head of planning, control and strategic marketing della controllata Euroconsult sim. Dopo otto anni trascorsi come dirigente alla Popolare di Bari è stato nominato vice-general manager nell’ottobre 2011, per poi diventare ceo di Banca Tercas ed essere promosso al ruolo attuale quando la Tercas è stata acquisita dalla Bari. Il fratello Luigi, che ha avuto un percorso simile: dopo una laurea in Economia è entrato immediatamente nel gruppo presieduto dal padre come responsabile pianificazione e controllo risk management (è l’inizio del Duemila) per poi diventare responsabile internal audit, direttore operation e infine vice-direttore generale.
Altri rampolli che hanno assunto un ruolo manageriale nella banca di famiglia sono i giovanissimi Carla e Matteo Venesio, figli del numero uno della Banca del Piemonte, Camillo.

Sotto i 50 è anche Giampiero Bergami, responsabile della direzione corporate di Mps , dove riveste un ruolo apicale anche il capo delle risorse umane, Ilaria Dalla Riva. Condirettore generale del Creval è invece Saverio Continella, che è però alla soglia del mezzo secolo. Così come l’amministratore delegato di Che Banca, Gianluca Sichel (classe 1968) e quello di Ing Bank Italia, Marco Bragadin. Ha invece 47 anni il vicedirettore centrale del Credem , Paolo Magnani. Ben cinque gli under 50 nella prima linea di Bpm: Antonia Cosenz, capo del legale, Fabrizio Caputi, numero uno della finanza, Luca Manzoni, responsabile corporate, Pietro Gaspardo, responsabile marketing e Matteo Cidda, capo della comunicazione.

Tornando al mondo delle reti va segnalata l’ascesa di Paolo Martini, classe 1973, oggi amministratore delegato di Azimut Capital Management, e condirettore generale e membro del cda di Azimut Holding.

Tra i giovani ad si incontra poi il nome di Gianluca Garbi (milanese, classe 70), ad di Banca Sistema . Garbi prima di approdare nella realtà dedicata alle imprese è stato managing director e responsabile del global public sector di Dresdner Bank. Prima di passare alla Dresdner è stato a lungo direttore generale di Mts, la società che gestisce il mercato telematico dei titoli di Stato. A questa lista si aggiunge poi una consistente schiera di quarantenni (o poco più) che si sono fatti strada nell’investment banking. Hanno scalato rapidamente la gerarchia delle banche d’affari ritrovandosi oggi a gestire le attività italiane di colossi mondiali: sono Camillo Greco e Guido Nola (rispettivamente head globale del consumer investment e officer per l’Italia di Jp Morgan), Massimiliano Ruggieri (managing director di Morgan Stanley), Andrea Nappi e Anna Tavano (il primo responsabile fusione e acquisizioni, la seconda vice chiarman corporate banking di Citi Italia) e Diego Selva (responsabile investment banking per l’Italia di Bofa Merrill Lynch)
Attualmente in panchina ma pronto al rientro c’è anche Francesco Iorio, anch’egli sotto la soglia dei 50, che ha lasciato a Fabrizio Viola la scomoda poltrona di ad della Vicenza ma è pronto a rientrare.

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