di Anna Messia
Generali vuole accelerare nel business dell’asset management e alzerà il velo sulla nuova strategia l’11 maggio prossimo, alla presentazione dei risultati del primo trimestre 2016. Lo ha annunciato ieri a Trieste il group ceo, Philippe Donnet, durante i lavori dell’assemblea, che ha visto il ritorno alla crescita dei fondi esteri (24,4%) rispetto allo scorso anno (19,84%). I soci hanno approvato il bilancio 2016, chiuso in utile per 2,081 miliardi, in crescita del 2,5%, e un dividendo di 0,8 euro per azione, in progresso dell’11,1% rispetto all’anno precedente. L’esecuzione della strategia del gruppo assicurativo va avanti in modo disciplinato, ha detto il manager, in linea con il piano, con un’ulteriore accelerazione nella riduzione dei costi operativi. E a maggio sarà presentato il piano finalizzato a «fare dell’asset management una fonte di profitto sostanziale», ha aggiunto Donnet, senza però dare ulteriori dettagli.
Finita la fase di rafforzamento operativo prevista dal piano attuale, Generali progetta quindi un programma ambizioso di sviluppo che prenderà il via nel 2018. Donnet ha spiegato in particolare che, dopo la fase uno di ristrutturazione finanziaria conclusa con il precedente piano, la compagnia è ora a metà della fase due di rafforzamento operativo, con il piano corrente che scade appunto l’anno prossimo. «Nel corso del 2018 penseremo alla fase tre, che sarà votata alla crescita e allo sviluppo», ha aggiunto. Un piano che il leone attuerà in solitudine. Generali non ha «mai avuto alcuna proposta da Intesa Sanpaolo «per un’eventuale integrazione, ha ribadito in assemblea il presidente Gabriele Galateri di Genola, rispondendo a domande degli azionisti. Mentre la decisione di comprare il 3% di Intesa Sanpaolo è stata la mossa difensiva più ovvia da fare «nell’interesse degli azionisti» quando sono venute fuori le prime indiscrezioni di stampa sulle possibili avance di Ca’ de Sass. L’investimento da 1,1 miliardi non ha alcun carattere strategico ed è coperto dal rischio di mercato, ha ricordato Donnet, aggiungendo che la cessione potrebbe avvenire a breve. In assemblea si è parlato anche di Mediobanca , con Galateri che ha dichiarato di non avere «mai avuto nessun progetto bloccato o altro» perché i vertici di Generali non prendono ordini dal suo principale azionista, Mediobanca appunto. E immancabili sono state le domande su Axa . «Non sono in corso accordi con la compagnia francese per una fusione», hanno ribadito i vertici di Generali . Anzi, il Leone è in grado di fare concorrenza ad Axa , ha risposto il presidente agli azionisti. E l’intenzione di crescere nell’asset management sembra dettata proprio dalla volontà di colmare le differenze rispetto ai più diretti concorrenti europei, Allianz e Axa appunto, che nel risparmio gestito hanno dimensioni decisamente più importanti. Alla fine dello scorso anno, in Generali è arrivato il nuovo group chief investment officer, Tim Ryan, consulente indipendente che fino al 2015 era stato presidente e chief executive officer di AllianceBernstein, società del gruppo Axa , a Londra ed è stato anche manager della stessa capogruppo francese. Lo scorso marzo è arrivato anche Aldo Mazzocco, manager di lungo corso nel real estate, per occuparsi dell’ingente patrimonio immobiliare del gruppo assicurativo. Ora è arrivato il momento di comunicare nuove strategie.
Donnet ha aggiunto che l’inizio del 2017 è stato «positivo anche se impegnativo» e di essere «più che fiducioso» di raggiungere il target di 5 miliardi di dividendi nel periodo 2015-2018 previsto dal piano, senza intaccare la solidità patrimoniale della compagnia che finora ha distribuito 2,4 miliardi di euro in dividendi per gli esercizi 2015 e 2016. Ricordando che ai prezzi di borsa di ieri il rendimento del titolo Generali è pari al 5,5%, più del doppio di quello dei Btp decennali. Sulla questione delle nomina di un nuovo direttore generale dopo l’uscita di Alberto Minali, il group ceo ha detto che non è all’ordine del giorno e se ne riparlerà quando sarà il momento. (riproduzione riservata)
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