La neobanca nasce dopo l’ acquisizione di compte-nickel che ha 540 mila clienti e accordi con 2.500 tabaccherie

da Parigi Giuseppe Corsentino

Per ora succede solo a Parigi e nelle principali città della Francia: entrare in tabaccheria e aprire un conto corrente online con tanto di carta credito, Rib e domiciliazione bancaria (che qui è indispensabile: per affittare un appartamento, per sottoscrivere un contratto telefonico o avere l’allacciamento della luce).
Si chiama Compte-Nickel e l’ha inventato nel 2010 un banker un po’ matto, Hugues Le Bret, che è stato cacciato da Société Genérale dopo aver pubblicato un libro che ricostruiva passo-passo, dall’interno, tutti i retroscena dello scandalo Kerviel, il trader che con una serie di operazioni fittizie ha svuotato di 5 miliardi di euro i caveau della banca (titolo: «La semaine ou Jérôme Kerviel a failli faire sauter le système financier mondial», La settimana in cui Kerviel non è riuscito a far saltare il sistema finanziario mondiale, edizione Les Arènes).
Compte-Nickel ha 540 mila clienti, ha fatto accordi con più di 2.500 tabaccai in cambio di una percentuale del 5% sul fatturato (un conto costa 20 euro l’anno) e cresce al ritmo di 30 mila nuovi clienti al mese. Ma la notizia di oggi non è questa.
La notizia è che la prima banca francese e la prima della zona euro (come da pay-off pubblicitario), Bnp Paribas, una banca del vecchio coté creditizio (nata dalla fusione della Banque nationale de Paris con l’aristocratica Banque de Paris et des Pays Bas) ha comprato Compte-Nickel di Le Bret (e del suo socio, un altro geniaccio dell’informatica, Ryad Boulanouar, un ingegnere di origine algerina che ha inventato il pass Navigo, la tessera no touch con cui si viaggia sulla metropolitana di Parigi e sui treni della Rer) e ha deciso di farne il cuore di quel nuovo business dell’industria creditizia che va sotto il nome di Neobanca.
Banche on line, banche telefoniche, banche che poco hanno a che fare con la vecchia banca, le sue procedure, le sue regole, sportelli e burocrazia. Banche che attirano una clientela sempre più vasta e non solo giovani, disoccupati, gente che vive di lavoretti. Il 40% dei 540 mila clienti di Compte-Nickel, per dire, è fatto di impiegati, piccoli funzionari, studenti. Lo stesso target del conto corrente in scatola (si chiama C-zam e ha un packaging accattivante) che si vende sugli scaffali di Carrefour e si attiva con una telefonata e un versamento online.
Lo stesso target del conto corrente che a partire da maggio si potrà aprire in uno delle migliaia di negozi di telefonini di Orange (che da operatore telefonico si fa anche banca). E ancora, lo stesso della Banque Postale, colosso pubblico, che sta testando in questi giorni un nuovo tipo di conto corrente telefonico protetto da una Sim venduta solo nei suoi uffici.
Insomma, i 200 milioni di euro che Bnp Paribas ha speso per rilevare il 95% del capitale della Financière des payments électronique, la società che gestisce il Compte-Nickel (il 5% è rimasto a Le Bret che continuerà a guidare l’azienda sotto l’occhio vigile di un banchiere di lungo corso come Thierry Laborde, braccio destro di Jean-Laurent Bonnafé, il gran capo di Bnp Paribas), quei 200 milioni, dicevamo, sono soldi ben spesi perché, come ha spiegato lo stesso Bonnafé ai suoi più stretti collaboratori del Comex, il comitato esecutivo, il futuro della banca retail sta qui, in queste banche che non sono più banche, e per aprire un conto basta andare dal tabaccaio (o al supermercato o in un negozio di elettronica).
«L’acquisition de Compte-Nickel va nous permettre de couvrir des cibles de clients que le groupe ne couvrait très bien ou pas de tout», ha spiegato Bonnafé: l’acquisto di Compte-Nickel serve a raggiungere quella clientela che la prima banca di Francia, pur essendo un colosso del retail (l’anno scorso ha fatto 17 miliardi di euro di utili, quasi incredibile in questa lunga stagione di tassi bassi), non riesce ancora a intercettare completamente.
E che, invece, sono un obiettivo importante se si vuole continuare a far banca con altri mezzi e altri strumenti.
E l’obiettivo che Bonnafé ha dato a Compte-Nickel è duplice: allargare l’alleanza con la Cfb, Confédération française de buralistes, l’associazione di categoria dei tabaccai (25mila iscritti) e arrivare ad almeno 10 mila tabaccherie e raggiungere il traguardo dei 2 milioni di conti correnti nei prossimi tre anni.
Questo in Francia. E in Italia? Come dimenticare, infatti, che Bnp Paribas ha una costola italiana molto forte proprio nel segmento retail, la Bnl. Il suo ad, Andrea Munari, è stato già messo sull’avviso. Il Compte-Nickel arriverà anche nelle tabaccherie italiane.
@pippocorsentino
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