In tutto 470 ricorsi per una richiesta totale di risarcimenti intorno ai 25 milioni di euro: sono i numeri chiave che sintetizzano i primi tre mesi di attività dell’Arbitro per le controversie finanziarie (Acf), il nuovo organismo per la risoluzione stragiudiziale dei contenziosi tra risparmiatori e intermediari, istituito presso la Consob e operativo dal 9 gennaio. A tirare un bilancio provvisorio del lavoro dell’Arbitro è stato lo stesso presidente dell’Acf, Gianpaolo Barbuzzi, nel corso di una tavola rotonda organizzata a Milano nell’ambito del Salone del risparmio.

L’importo medio delle richieste di risarcimento è di circa 53 mila euro: si va da un minimo di 41 euro a un massimo di 500 mila, che corrisponde alla soglia più alta che delimita il perimetro di competenza decisionale dell’Acf. Non ci sono, invece, soglie minime per presentare ricorso. L’Arbitro, infatti, intende dare ristoro anche alle controversie di minore entità.

Gli intermediari coinvolti nei ricorsi sono una settantina. Delle 470 richieste di risarcimento finora pervenute, il 10% circa è risultato inammissibile perché mancava uno dei presupposti, cioè un reclamo presentato almeno 60 giorni prima dal risparmiatore all’intermediario per contestare la stessa presunta violazione oggetto del ricorso.

In base a una proiezione che estende a tutto il 2017 l’andamento dei ricorsi tra inizio gennaio e inizio aprile, a fine anno dovrebbero pervenire all’Arbitro circa 2 mila pratiche. Il dato potrebbe risultare sottostimato, visto che la tendenza presenta un’accelerazione. Le prime pronunce sono previste tra fine maggio e fine giugno. L’iter è gratuito per i risparmiatori.

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