Secondo Willis Towers Watson nel 2016 aumenterà l’utilizzo di coperture per il rischio di longevità tramite swap e prodotti riassicurativi.

Le compagnie di riassicurazione sono sempre più interessate al rischio di longevità, una presenza ormai costante all’interno degli schemi pensionistici.

La vasta disponibilità e accessibilità dei prodotti riassicurativi rispecchiano la solidità del mercato degli swap e del trasferimento dei rischi. È stato proprio il forte e crescente interesse da parte delle grandi compagnie ri/assicurative che ha permesso di mantenere negli ultimi anni il rischio di longevità al di fuori dei mercati finanziari.

Il rischio di mortalità — il verificarsi di più decessi di quelli previsti—è una minaccia per molte grandi imprese di riassicurazione. Assumersi il rischio di longevità è quindi sempre più una prospettiva attraente perché rappresenta una sorta “protezione naturale” che permette di controbilanciare l’esposizione a tale rischio. Le compagnie di riassicurazione possono così ottimizzare l’utilizzo del proprio capitale e allontanare la necessità di ricorrere a riserve.

Per questo motivo l’interesse delle imprese di riassicurazione e delle grandi compagnie assicurative del ramo vita è rimasto forte e sta favorendo la crescita del mercato di trasferimento del rischio di longevità, un trend che dovrebbe continuare nel 2016. Nonostante l’anno sia iniziato a rilento, verranno effettuati almeno 120 miliardi di dollari di swap.

Shelly Beard, consulente senior specializzata in de-risking a Willis Towers Watson, ha spiegato: “La presenza prominente del rischio di longevità nei portafogli aziendali molto probabilmente favorirà la crescita dei mercato di trasferimento di tale rischio”.

I deal raggiunti nel 2014 hanno assicurato 25 miliardi di dollari di passività, tra cui la grande copertura da 16 miliardi per il BT Pension Scheme. Il flusso di deal è proseguito nel 2015 con AXA, Heineken e un’ulteriore transazione per Aviva, per un totale di 6 miliardi di passività.

Il 2016 sarà il secondo anno più redditizio per il mercato del rischio di longevità grazie ai 20 miliardi di sterline o più derivanti dalle coperture vendute nel Regno Unito.

Nonostante alcune transazioni siano avvenute anche in Canada e altri paesi europei, al momento il trasferimento del rischio di longevità rimane prevalentemente un fenomeno di Regno Unito e Paesi Bassi. L’interesse sta crescendo anche negli Stati Uniti, il cui mercato pensionistico dovrebbe subire una moderata attività non appena riconoscerà l’importanza del rischio e delle conseguenti passività.

“Da conversazioni con i nostri clienti, abbiamo rilevato che è molto probabile che i deal raggiunti nel 2016 coprano 20 miliardi di sterline di passività derivanti dal rischio di longevità. La vasta gamma di strutture disponibili per soddisfare la domanda di rischio di longevità nel mercato riassicurativo comporta che la copertura di questo rischio ora sia più che mai conveniente e flessibile,” ha continuato Beard.

La forte richiesta da parte delle compagnie di riassicurazione fa sì che questo sia il momento opportuno affinché i fondi pensione possano ridurre tale rischio dai propri portafogli.

Grazie alla vasta disponibilità di opzioni, ai minori costi delle transazioni, a strutture più efficienti e alla maggiore esperienza di broker e facilitatori, il mercato del rischio di longevità sembra destinato a crescere.

Willis Towers Watson avverte però che, grazie ai nuovi requisiti di capitale imposti da Solvency II, potrebbe aumentare anche la richiesta di capacità riassicurativa per far fronte al potenziale rischio di longevità.

Per migliorare le proprie posizioni finanziarie i fornitori di bulk-annuity potrebbero ritrovarsi costretti a cercare di trasferire il rischio di longevità tramite swap e prodotti riassicurativi.

Questo aumento della richiesta di disponibilità riassicurativa per il rischio di longevità innescato da Solvency II potrebbe comportare dei vincoli a livello di capacità e risorse. “I piani pensionistici riscontreranno più difficoltà ad inserirsi nel mercato se le compagnie di riassicurazione hanno risorse limitate,” ha spiegato Willis Towers Watson.

Qualsiasi impatto sul mercato, tuttavia, dovrebbe essere minimo. “Le imprese di riassicurazione sono consapevoli dei potenziali vincoli sulla loro capacità e stanno provvedendo a formare team all’altezza della situazione. Anche se ci potrà essere un rallentamento della produzione in alcuni segmenti, non crediamo che esso avrà un grande impatto sul mercato e gli schemi pensionistici che hanno obiettivi chiari continueranno ad ottenere dei buoni risultati.”

Il potenziale del mercato di trasferimento del rischio di longevità è notevole: l’esposizione a maggiori aspettative di vita è un grande rischio per i fondi pensione non solo nel Regno Unito ma ovunque.

“Dei 2 trilioni di sterline di passività generate dagli schemi pensionistici con formula delle rendite predefinita (defined benefit—DB) del Regno Unito, finora solo 150 miliardi sono stati stanziati per coprire il rischio di longevità. È un settore che continua a crescere rapidamente, sia in termini di dimensioni che di volume delle rendite e dei longevity swap, con modi più innovativi per accedere a questo mercato in fase di sviluppo,” ha continuato Beard.

Il mercato continua a premere affinché il rischio di longevità venga trasferito sotto forma di attività liquide e commerciabili, ma i longevity swap e le transazioni per trasferire il rischio restano perlopiù tradizionali e operano liberando le principali compagnie del ramo vita di gran parte del fardello rappresentato dai requisiti di capacità.

L’attività di questo settore continuerà ad essere vivace e i mercati finanziari riusciranno a coprire sempre più il rischio di longevità. Nonostante numerosi manager di insurance-linked securities siano disponibili a fornire coperture e a partecipare ai longevity swap, le opportunità sono scarse in quanto la maggior parte dei flussi di deal viene assorbita dalle imprese di ri/assicurazione tradizionali.

Secondo Beard continuerà la crescita del mercato: “Sempre più schemi pensionistici iniziano a valutare come ridurre e gestire i propri rischi, quindi l’attività in questo mercato dovrebbe aumentare. Il rischio di longevità è sempre più una priorità all’interno dei piani pensione.”

Le dimensioni dei deal continueranno invece a contrarsi, un trend che stiamo riscontrando da qualche anno.

I rendimenti degli ultimi anni permettono ai fondi pensione di effettuare deal di entità minore, risparmiando così i costi e permettendo anche ai piani pensionistici più piccoli di coprire il proprio rischio di longevità.

Fonte: Artemis