I cinesi di Anbang Insurance hanno ritirato ufficialmente la loro offerta da 14 miliardi di dollari (12,3 mld euro) per acquisire Starwood Hotels & Resorts. La sorprendente decisione, che spiana la strada all’offerta concorrente di Marriott e rischia di porre un freno all’espansione internazionale delle aziende dell’ex Celeste impero, è stata annunciata dal consorzio guidato dalla compagnia assicurativa e composto anche dagli operatori di private equity J.C. Flowers e Primavera Capital. Il consorzio ha riferito di avere ritirato l’offerta «a causa di diverse considerazione di mercato».
La cancellazione della proposta cinese pone fine a una guerra di rilanci e controrilanci con Marriott, che ha messo in evidenza non solo la forza e l’interesse delle società del paese asiatico in ambito m&a, ma anche la loro capacità nel chiudere operazioni di alto livello. Da inizio anno, secondo Dealogic, le aziende dell’ex Celeste impero hanno effettuato acquisizioni all’estero per 92 miliardi di dollari (80,7 mld euro), ma su molte pende ancora la spada di Damocle delle autorità americane, spesso restie ad aprire il loro mercato a una nazione che è fonte di contrasti politici e militari. Inoltre la decisione di Anbang rischia di aumentare, tra le aziende a stelle e strisce, i timori su controparti cinesi ancora non pronte a partecipare a grandi operazioni.
Del resto la compagnia assicurativa, fondata solo nel 2004, ha una struttura proprietaria opaca, con più di 30 investitori proprietari di quote tramite holding registrate in Cina e un bilancio a rischio, alla luce delle numerose acquisizioni effettuate negli ultimi anni, come quella da 2 miliardi di dollari (1,7 mld euro) per rilevare lo storico hotel Waldorf Astoria di Manhattan.
Starwood, dopo il ritiro dei cinesi, ha confermato il proprio impegno a proseguire con la fusione con Marriott sulla base di un’ultima offerta in contanti e azioni da 77,94 dollari (68,39 euro) per ogni titolo. Gli azionisti di Starwood, che riceveranno 21 dollari cash e 0,8 azioni Marriott per ogni titolo detenuto, saranno chiamati a votare l’8 aprile una fusione che creerà la maggior catena alberghiera mondiale, con oltre un milione di camere e 30 brand.
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