Un milione di soci-assicurati (il doppio rispetto a oggi), 60 milioni di investimenti, un asse più diretto con gli alleati tedeschi e un riassetto delle partnership bancarie. Sono i quattro obiettivi centrali del nuovo piano triennale 2016-2018 di Itas Mutua presentano nell’assemblea dei soci della compagnia a Trento sabato 22 aprile.

Per l’assicuratrice trentina nata nel 1821, il 2015 è già stato un anno di svolta e di crescita importante, con la messa a regime dell’acquisizione delle attività italiane della Royal & Sun Alliance, cedute per 24 milioni dal colosso inglese che ha deciso di lasciare il Paese.

Un’operazione che permette alla mutua di superare 1 miliardo di premi di gruppo e di conquistare l’ottava posizione tra le assicurazioni Danni italiane, lanciando un chiaro messaggio al mercato: Itas ha ambiziosi piani di sviluppo ed è pronta a dire la sua nel mercato assicurativo nazionale. E forse non deve essere un caso se il presidente di Itas, Giovanni di Benedetto, lo scorso gennaio, è stato nominato pure vicepresidente dell’Ania, l’associazione delle compagnia.
Anche per il prossimo triennio i progetti di sviluppo del gruppo saranno serrati, dice a MF-Milano Finanza, il direttore generale della compagnia Ermanno Grassi, spiegando i dettagli del nuovo piano. E i soci sovventori (così vengono definiti i sostenitori di una mutua) tra cui spuntano nomi importanti della finanza nazionale e internazionale, sono i primi a crederci. Come Banca Intesa , per esempio, che già lo scorso anno ha deciso di incrementare il suo investimento in Itas da 5 a 7,5 milioni, mentre anche gli alleati di Vhv, mutua assicuratrice tedesca, specializzata in rischi tecnologici e partner di Itas dal 2012, sono passati da 2,5 a 15 milioni. Pure la banca popolare del Cividale, istituto locale di riferimento in Friuli Venezia Giulia e nel Veneto orientale, nei suoi sportelli si possono sottoscrivere polizze Itas, ha deciso di investire i 2,5 milioni ricevuti dalla mutua per sciogliere la partnership in Itas Assicurazioni spa, direttamente nella capogruppo. «La fusione nella mutua di Itas Assicurazioni spa, partecipata anche da Sparkasse, è stata decisa per razionalizzare le partecipate e portare nel gruppo le competenze che ci saranno utili per far crescere gli accordi di bancassicurazione», aggiunge Grassi, «punteremo in particolare, nel settore vita, sui prodotti previdenziali, oltre a prodotti previdenziali, long term care e al fondo pensione Pensplan Plurifonds, con l’apertura delle gestioni separate a coloro che decideranno di investire a lungo termine e non con profilo speculativo». Lo sviluppo poggerà principalmente sulla rete delle agenzie che hanno raggiunto oggi i 750 uffici sul territorio, oltre che sui 200 broker distributori. «Vogliamo raggiungere 1,3 miliardi di premi a fine 2018, puntando in particolare sul Danni che dovrà rappresentare il 70% dei volumi», dice il direttore generale, ma mantenendo alti gli indici di solvibilità, oggi vicino al 195% secondo le nuove regole di Solvency II. E per raggiungere i suoi obiettivi Itas è pronta ad investire risorse importanti: 60 milioni di euro nel triennio per sviluppare, per esempio, nuovi sistemi informativi e strumenti di gestione dei sinistri.

«Da qui al 2018 vogliano portare il patrimonio del gruppo a oltre 500 milioni rispetto agli attuali 370 milioni, grazie alla spinta che arriverà dagli utili e anche dal fondo di garanzia (dove finiscono le quote associative dei clienti, ndr)». Risorse che potranno servire anche per nuove acquisizioni? «Nel piano non lo abbiamo previsto», conclude Grassi, «ma siamo nel mercato e staremo vigili». (riproduzione riservata)
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