Chieste modifiche su affidamenti, cauzioni e Bim
Pagina a cura di Andrea Mascolini

Limite del 30% sul subappalto; elenco speciale dei commissari per le grandi stazioni appaltanti; meno trattative private e più concorrenza sotto soglia; niente cauzioni per i progettisti; prezzo più basso vietato oltre i 150 mila euro. Sono queste alcune delle proposte principali contenute nei pareri, sostanzialmente allineati, delle commissioni lavori pubblici del senato e ambiente, territorio e lavori pubblici della camera sullo schema di decreto delegato che contiene il nuovo codice dei contratti pubblici approvati ieri. Adesso il testo dovrà essere rivisto dal governo e necessariamente approvato entro il 18 aprile. Le commissioni preliminarmente danno atto «dell’approfondito e articolato parere espresso dal Consiglio di stato, di cui si condividono in larga parte i contenuti e i rilievi espressi» ed evidenziano numerosi punti, sui singoli articoli, rispetto ai quali chiedono modifiche.

Per le opere di urbanizzazione a scomputo i pareri chiedono che si presenti un progetto definitivo e non il progetto di fattibilità. Per gli affidamenti di incarichi di progettazione la procedura negoziata senza bando con inviti a cinque si propone di renderla applicabile da 40 mila a 100 mila euro come è oggi e non, come nella bozza di decreto, fino ai 209 mila euro della soglia Ue. Per gli altri contratti sotto soglia (lavori, forniture e servizi, diversi da quelli tecnici) si definisce una prima soglia (40 mila-150 mila) nella quale si procede con procedura negoziata e invito a cinque i soggetti; da 150 mila a un milione si utilizza la procedura ristretta con almeno 10 invitati, oltre 1 milione si andrà all’affidamento con la procedura aperta. Viene imposto alle stazioni appaltanti di applicare sempre il cosiddetto «d.m.parametri» per calcolare l’importo a base di gara delle procedure di affidamento di incarichi di progettazione altri servizi tecnici. Si rendono obbligatorie le «clausole sociali» negli appalti ad alta intensità di manodopera.

Per quel che riguarda l’utilizzo delle metodologie Bim (Building information modelling), potrà essere richiesto soltanto dalle stazioni appaltanti dotate di personale adeguatamente formato nel tempo mediante specifici corsi di formazione. Sarà invece un’apposita commissione ministeriale da costituire entro luglio prossimo a definire «le modalità e i tempi di progressiva introduzione dell’obbligatorietà dei suddetti metodi presso le stazioni appaltanti». Per i progettisti si propone l’eliminazione della cauzione provvisoria e definitiva. Per la disciplina delle commissioni giudicatrici si crea una eccezione all’albo generale gestito dall’Anac per le centrali di committenza, per Consip e per Invitalia che potranno scegliere i commissari attingendo a un elenco speciale di esperti o utilizzando anche propri esperti o, in ultima analisi, ricorrendo all’albo gestito dall’Anac. I pareri propongono che le commissioni interne siano ammesse soltanto fino a 150 mila euro e non fino alla soglia Ue (come oggi previsto nella bozza di decreto.)

Per i criteri di aggiudicazione si conferma che al di sopra dei 150 mila euro (su questo il parere del senato è drastico) non si potrà utilizzare il criterio del prezzo più basso. Non si comprende però come si aggiudicheranno i lavori sulla base di un progetto esecutivo, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa e in particolare quali potranno essere gli elementi di valutazione di natura qualitativa che accompagneranno la valutazione economica (prezzo); forse le linee guida Anac aiuteranno a risolvere il dilemma. Per il subappalto in tutti i contratti di lavori, servizi o forniture esisterà la soglia-limite del 30% «dell’importo complessivo del contratto». Soddisfazione è stata espressa dalla Cna.

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