I costruttori tedeschi hanno richiamato 630 mila auto sospettate di presentare irregolarità nei livelli di emissioni, in seguito a un’inchiesta aperta dalle autorità nella scia del caso Volkswagen. Oltre a quest’ultimo, i marchi coinvolti sono Porsche, Audi (entrambe del gruppo di Wolfsburg), Mercedes (gruppo Daimler) e Opel (General Motors). Sono state riscontrate irregolarità anche nelle vetture Renault, ma in questo caso non sono stati adottati provvedimenti perché l’azienda, essendo francese, non rientra nella giurisdizione dell’autorità dei trasporti tedesca.

Il caso Dieselgate, dunque, assume sempre più le dimensioni di uno scandalo globale. Nei giorni scorsi la giapponese Mitsubishi ha ammesso di avere truccato il sistema di rilevamento delle emissioni per far apparire le proprie auto più ecocompatibili, in una maniera simile a quanto aveva fatto Volkswagen. Giovedì è arrivata invece la notizia della perquisizione, per ragioni analoghe, di cinque stabilimenti di Psa Peugeot Citroën. L’azienda transalpina, tuttavia, ha negato qualsiasi irregolarità. Quanto a Renault, le prime notizie di iniziative legali nei suoi confronti risalgono a diversi mesi fa.

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