Giorni di asseblee. Dopo Axa, è il turno del Leone di Trieste, la prima assemblea post Mario Greco, la prima della gestione di Philippe Donnet al comando.

Non si sono registrati scossoni, ma senza neanche quel clima di unanimitá d’intenti fra soci che, secondo il presidente Gabriele Galateri di Genola, ci si sarebbe potuti attendere dovendo approvare un bilancio con un utile da 2 mld e una cedola di 0,72 euro per azione, in progresso del 20% rispetto all’esercizio precedente.

I target del piano industriale sono confermati, anche se appare sempre piú chiaro che varierá sicuramente il mix industriale e finanziario che contribuirá a realizzarli. “Il quadro macro è complicato e si va complicando sempre di piú. Le regolamentazioni stanno diventando sempre piú stringenti, questo crea nello stesso tempo maggiore complessitá gestionale e costi aggiuntivi” ha affermato Donnet nel corso del suo intervento ricordando che “noi abbiamo diversi punti di forza su cui fare leva. Dobbiamo valorizzare al meglio alcune caretteristiche distintive delle Generali, un marchio potente, conosciuto e riconosciuto in tutto il mondo, focalizzato sul suo core business assicurativo“. Per il prossimo futuro, ha spiegato, servirá “una maggiore disciplina tecnica e gestionale, dobbiamo fare meglio il nostro mestiere di assicuratori con costi sempre piú bassi. Farlo meglio soprattutto dei nostri competitori. Dobbiamo aumentare la nostra capacitá di innovazione. Raggiungere questo cambiamento imporrá un cambiamento anche nel nostro modo di lavorare. Le sfide sono tante ma sono convinto che siamo in grado di fronteggiarle e di vincerle. Dobbiamo consolidare il rapporto con tutti i nostri stakeholders, anche grazie alla corretta remunerazione del capitale investito. Trasformeremo Generali in gruppo piú semplice, piú veloce, piú connesso”.

Sul tema della remunerazione dei soci è entrato anche il Cfo di Generali Ass., Alberto Minali sottolineando che “confermiamo di potere distribuire un ammontare significativo di dividendi nei prossimi anni”.

L’assemblea è stata l’occasione anche per fare chiarezza su alcuni punti oscuri emersi recentemente dalle cronache finanziarie, come il presunto no del Leone all’azione di responsabilitá contro i passati vertici della B.P.Vicenza. “il gruppo Generali ha una voting policy molto stringente. In assemblea Bpvi i punti all’ordine del giorno erano l’approvazione del bilancio e la remunerazione. Dopo il presidente ha proposto l’azione di responsabilitá. La nostra Group voting policy quando è carente l’informativa, impone al nostro delegato di astenersi. Il nostro delegato si è astenuto, non ha votato contro l’azione di responsabilitá” ha spiegato Minali, ricordando che “la nostra quota è dello 0,38%. Ci tuteleremo in tutte le sedi opportune. Abbiamo abbatuto il valore di 40 mln, non è stato un investimento molto interessante”.

Per quanto riguarda Atlante, anche Generali conferma, come Unipol di non prevedere al momento che il gruppo aumenti il proprio contributo al fondo.

Il recente passato, comunque, è stato presente nella trattazione assembleare e in particolare i destini dei passati vertici. “Non c’è nessuna azione responsabilitá ma solo procedimenti giuslavoristici con Perissinotto e Agrusti” ha detto Gabriele Galateri di Genola, rispondendo a un socio che chiedeva quali fossero i contenziosi ancora aperti con l’ex a.d. Giovanni Perissinotto e con l’ex Direttore Generale Raffaele Agrusti. A un altro socio che chiedeva se l’ex amministratore delegato Mario Greco possa approfittare di segreti industriali conosciuti in Generali per fare concorrenza al Leone, ora che si trova in Zurich, Galateri ha ricordato che quando Greco è uscito dalle Generali ha siglato un “accordo riservatezza che impedisce di usare o dvulgare segreti conosciuti in Generali, ma Greco è uomo d’onore e quindi questi temi non si devono nemmeno ipotizzare”.

L’assemblea ha anche rinnovato il consiglio. La lista di Mediobanca è stata approvata con il 67,41% dei voti e quella di Assogestioni col 32,15%.