La disperata ricerca di rendimenti nell’era dei tassi zero spinge i gestori a cercare opportunità di investimento alternative alle asset class più note. È il caso di cat bond, obbligazioni legate al rischio di eventi catastrofali. Chi sottoscrive questo tipo di bond riceve il rimborso per intero solo se non si verificano eventi calamitosi durante la durata dell’investimento (in genere al massimo cinque anni). Mentre, in caso contrario, si vedrà defalcata la quota impiegata per coprire i danni sofferti dalla compagnia assicurativa sponsor dell’emissione. Date la particolarità e la complessità dello strumento, non si tratta di investimenti adatti a tutti, ma solo a operatori professionali e a detentori di grandi portafogli, che possono dedicare a questa asset class una piccola porzione del proprio portafoglio, in vista di rendimenti accattivanti: basti pensare che l’indice di Swiss Re sui cat bond ha calcolato un rendimento medio annuo dell’8,3% dal 2005 in avanti.

«Il 2014 è stato un anno da record per quanto riguarda l’emissione di cat bond, che si è attestata a 8,4 miliardi di dollari», ricorda John Seo, gestore di Gam.

«Per quest’anno si stima, fino a metà aprile, un aumento delle emissioni del 27% rispetto al 2014 e la tendenza per l’anno intero appare altrettanto positiva». L’esperto sottolinea che l’incremento delle emissioni ha restituito il potere di scelta agli investitori. «Il governo britannico ha recentemente annunciato, nell’ambito dei propri piani di bilancio, la propria intenzione di modificare la legislazione fiscale per permettere l’emissione e la domiciliazione di cat bond in Gran Bretagna, dando così un segnale chiaro dell’importanza sempre maggiore che questi titoli rivestono per i mercati assicurativi globali. Una modifica di questo tipo abbasserebbe il costo della commercializzazione dei cat bond, accelererebbe la crescita del mercato e favorirebbe la creazione di condizioni ancor più favorevoli per gli investitori», aggiunge.